Più borse di studio, più destinazioni e un network di partner più ampio. Il Charity Work Program 2016, per la sua ottava edizione, ha assegnato 46 scholarship della durata di 3-8 settimane, con un incremento del 21% rispetto all’anno prima e del 283% rispetto alle prime partenze. Senza contare che ha allargato la platea dei destinatari: oltre gli studenti dell’Ateneo - dal 2009 a oggi se ne contano ben 214 – ha compreso anche neolaureati e iscritti a master, dottorati e scuole di specializzazione.

Il Charity Work Program è il programma promosso dal Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (Cesi), grazie a fondi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, che offre l’opportunità di vivere un’esperienza di volontariato nei Paesi in via di sviluppo ed emergenti in cui l’Ateneo ha all’attivo partnership e collaborazioni.

Alcuni dei 46 studenti dell’Ateneo, che hanno vissuto un’estate all’insegna della solidarietà, raccontano qui a lato la loro esperienza.

Nell’edizione di quest’anno è aumentato il numero delle destinazioni: 15 diversi progetti in 13 Paesi hanno ospitato gli studenti, comprendendo nuove mete come Madagascar e Senegal (la prima volta in assoluto), Brasile, Bolivia, Camerun, Etiopia, India, Messico, Perù, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Terra Santa e Uganda.

Per gli studenti iscritti alle facoltà di Psicologia o Scienze della formazione erano previste destinazioni presso opere sociali come centri per la diagnosi precoce e la riabilitazione di bambini con ritardo mentale, problemi nello sviluppo motorio, del linguaggio, cognitivo-comportamentale e sordità congenita in Bolivia presso la Fundación Mario Parma, a La Paz.

Per la facoltà di Scienze politiche e sociali era garantito un periodo di assistenza al Centre de Promotion Sociale (Cps), sede principale del Coe, in Camerun, che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo umano, culturale e spirituale della popolazione locale, finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e alla promozione dei diritti dell’uomo.

Per quanto riguarda Scienze agrarie, alimentari e ambientali era previsto un soggiorno all’Universidad Católica Sedes Sapientiae di Lima all’interno della facoltà di Ingegneria agraria con lo scopo di rispondere alle esigenze di un contesto globalizzato e di soddisfare il crescente sviluppo dell’agricoltura nel Perù.

Infine, gli iscritti alla facoltà di Medicina e Chirurgia hanno affiancato i medici nell’attività ambulatoriale al Consolata Hospital Ikonda in Tanzania e del Benedict Medical Center di Kampala in Uganda, per offrire assistenza sanitaria di base alla popolazione della zona e promuovere l’accesso alle cure da parte delle persone bisognose con particolare attenzione ai bambini, alle donne e alle persone affette da malattie croniche.

Il Charity permette di sviluppare anche competenze professionali che fanno bene al Cv. Lo denota il progressivo aumento nel corso degli anni sia delle scholarship sia delle richieste di partecipazione degli studenti: nel 2016 hanno preso parte alle selezioni 230 studenti provenienti da tutte le facoltà e da tutte le sedi dell’Università Cattolica.

Il Charity, oltre a rappresentare un’esperienza altamente formativa dal punto di vista della crescita personale, è stato modulato in modo da fornire un percorso coerente con gli studi: numerose destinazioni sono aperte solo a studenti di determinate facoltà, privilegiando percorsi ad hoc sulle discipline insegnate in Ateneo. In alcuni di questi casi, per offrire un’esperienza più completa, il periodo di permanenza all’estero è stata di due mesi. Secondo il professor Roberto Cauda, direttore del Cesi, «la solidarietà è un bene prezioso che va coltivato fin da studenti. Il Cesi, attraverso il Charity Work Program, ha voluto investire nella cultura della solidarietà, che si caratterizza per essere “contagiosa”, promuovendone la diffusione tra gli studenti delle diverse facoltà dell’Ateneo».