Venerdì 9 luglio, nell’ambito delle attività per il 25° della Scuola Superiore del Commercio del Turismo dei Servizi e delle Professioni, si è tenuto un seminario sul tema “Risorse umane e internazionalizzazione” con la presentazione del nuovo Master universitario in Economia e Gestione degli Scambi Internazionali.

All’incontro hanno partecipato Carlo Sangalli, Presidente Confcommercio-Imprese per l’Italia, Claudio Rotti, Presidente AICE (Associazione italiana commercio estero), Maria Antonia Pigozzi Rossini, Presidente Scuola Superiore, oltre al Preside della Facoltà di Economia Prof. Domenico Bodega e i professori Federica Poli, Direttore del Master, e Marco Piazza, docente di Economia e Tecnica degli Scambi Internazionali.

relatori MegsiIl Presidente Sangalli [a destra nella foto] ha aperto l’incontro con un quadro dell’attuale situazione economica del Paese e ha fortemente evidenziato il ruolo essenziale, sia dal punto di vista economico che sociale, del settore terziario e dei servizi. Il settore genera il 53% del PIL, a fronte del 18% del PIL generato dal settore manifatturiero. E ciò nonostante, spesso non riceve l’attenzione necessaria sul panorama politico, ma anche della ricerca, delle pubblicazioni, della formazione.

Per poter reagire positivamente al contesto di crisi è essenziale che questo settore assuma lo spazio che gli spetta, non solo come veicolo di creazione e diffusione di ricchezza, ma anche come generatore di coesione sociale che propriamente gli deriva dalla piccola e media dimensione delle imprese, dal forte legame con il territorio e dalla cultura di cui è portatore. D’altra parte è necessario che il settore si faccia promotore di una cultura di internazionalizzazione che tragga forza non dall’arretramento delle ragioni della concorrenza, ma dalla valorizzazione delle risorse. In quest’ottica è essenziale il rapporto con l’Università affinché siano rafforzate le aree della formazione, della ricerca e dell’innovazione non solo tecnologica, ma soprattutto organizzativa e del capitale umano.

Questa esigenza viene manifestata anche dal Presidente Rotti [al centro nella foto], che, a nome delle aziende associate AICE, rilancia il tema dell’internazionalizzazione, fino ad oggi gestita, soprattutto dalle aziende di piccola e media dimensione, con la logica del “fai da te” , in condizioni di carenza di mezzi e nella maggior parte dei casi da un’unica persona, l’imprenditore. In realtà è sempre più importante che questi processi avvengano con una visione sistemica e con delle competenze specifiche, che tengano conto dei mercati di riferimento, negli aspetti economico-giuridici, ma anche culturali.

In questa prospettiva nasce il Master universitario in Economia e gestione degli scambi internazionali, che, come mette in evidenza il prof. Bodega [a sinistra nella foto], si è progettato sullo stimolo di una lungimirante intuizione della Scuola Superiore per il commercio, con la quale l’Università Cattolica ha una consolidata collaborazione dal 1996.
Il Master intende fornire gli strumenti per “possedere/dominare” (dall’origine del termine anglosassone”, appunto Master) le differenti conoscenze necessarie per interagire con il mercato internazionale. Il percorso non può essere di pura specializzazione, ma deve fornire un forte substrato culturale ed essere orientato a unire differenti saperi: economici, giuridici, linguistici, psicologici, di processo. Questo in modo particolare trattandosi del terziario, settore con una evidente vocazione alla costruzione di relazioni.

Il percorso è stato sviluppato dopo un accurato lavoro di consultazione con i referenti aziendali condotto attraverso focus group che hanno coinvolto circa 20 aziende associate AICE. Con questo lavoro, coordinato dalla dott.ssa Graffigna, psicologa del lavoro dell’Università Cattolica, si è voluto raccogliere il vissuto delle aziende interessate a processi di internazionalizzazione e le esigenze di conoscenze e formazione, note o ancora inespresse, a questo connesse (vedi allegato).

Per rispondere a queste necessità, il Master vuole proporsi non tanto come “dispensatore” di competenze, ma soprattutto come “incubatore” in cui capitalizzare il lavoro congiunto di università e aziende per generare delle strategie di internazionalizzazione, condividere best practices e fare massa critica.

La prof.ssa Poli, docente di Economia degli intermediari finanziari e Direttore del Master, ha individuato alcuni punti di forza e di innovazione del master. La progettazione del programma dei corsi, funzionale allo sviluppo di competenze hard, di natura tecnico-specialistica (giuridica, economica, finanziaria e organizzativa) e soft, idonee a consentire la gestione delle relazioni originano dai processi di internazionalizzazione delle imprese. L’approccio “market sensitive”: mensilmente il master prevederà dei seminari, che si terranno presso la Scuola Superiore del Commercio, aperti al pubblico, in particolare ai referenti aziendali, nei quali confrontarsi su specifiche tematiche di interesse e attualità. La fruibilità executive con lezioni strutturate nel fine settimana e impostazione didattica fortemente orientata alla ricerca di soluzioni a problemi. Lo stage, della durata di almeno 3 mesi, preceduto da un'adeguata preparazione di project management e un’attenta supervisione da parte della faculty del Master.