di Monica Grazioli *

Un’esperienza consigliata a chi intende entrare a far parte del mondo della televisione. Visitare uno studio televisivo permette di capire i ritmi, i ruoli e, soprattutto, come muoversi davanti a una telecamera. È quello che è successo agli studenti del corso di Storia della radio e della televisione, tenuto dalla professoressa Paola Abbiezzi, che si sono recati agli studi Mediaset di Milano per partecipare alle riprese del programma “Striscia la Notizia” in veste di pubblico.

Lo scopo della visita è stato quello di unire l’utile al dilettevole: grazie a questa esperienza è stato possibile comprendere le logiche e le dinamiche di uno studio televisivo, il concetto di “differita” e molto altro, il tutto unito al clima di divertimento che solo un programma come Striscia può offrire. 

Ciò che da casa sembra spontaneo e, talvolta, imprevisto è in realtà programmato. La tv è, per antonomasia, finzione, montaggio. Un programma che nasce come parodia dei telegiornali è diventato, con il passare degli anni, fonte esso stesso di notizie, raccontate con ironia e cinismo. La critica resta molto velata, quasi inesistente. L’unico scopo del programma sembra essere diventato divertire informando. E, di certo, l’obiettivo è raggiunto.

Le dimensioni degli studi Mediaset sono incredibili. Lo studio di Striscia è facilmente riconoscibile grazie alla porta a tema Gabibbo, che in persona accoglie i visitatori. L’interno dello studio è come un museo di Striscia la Notizia: fotografie, tapiri autografati, sagome delle veline in cui mettere la faccia per farsi fotografare e tanto altro. C’è inoltre la possibilità di ottenere l’autografo dei due conduttori e delle due Veline, sempre che si sia disposti ad acquistare una statuetta dell’ambito “tapiro d’oro” nel negozio di souvenir dello studio.

Una volta giunti nell’area di registrazione vera e propria, il pubblico viene disposto sulle varie gradinate dagli operatori, che hanno anche il compito di coprire eventuali marchi visibili sui vestiti per evitare di fare pubblicità occulta. Dopodiché il programma è pronto per cominciare con il pubblico che applaude allo stacchetto delle Veline, uno dei pochi momenti del programma in cui viene ripreso. 

Ciò che quasi tutti sanno è che gli applausi non sono spontanei, ma sono controllati da un animatore di studio, che regola i battimani, coinvolge il pubblico e lo intrattiene durante le pause di registrazione. Oltre a coinvolgere il pubblico, l’animatore di studio deve anche coordinarlo: è lui che, per esempio, indica agli spettatori quando alzarsi, dove guardare quando vengono ripresi e come muoversi durante lo stacchetto.

Avendo partecipato alla registrazione di ben tre puntate, inoltre, abbiamo capito qualcosa anche sul montaggio video: i servizi, per esempio, non sono stati trasmessi in studio ma montati successivamente. 

Il numero di addetti alla buona riuscita del programma è impressionante: almeno una decina di persone solo tra cameramen, fonici e tecnici delle luci, senza poi contare truccatori e parrucchieri che lavorano dietro le quinte. 

I conduttori Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio seguono un copione ben preciso e, tra una pausa di registrazione e l’altra, si accordano sulle varie battute da dire, sugli scherzi che il povero Enzino deve subire e su tutto quello che deve accadere nel corso della puntata. 

Al termine delle registrazioni, Greggio e Iacchetti si sono dimostrati molto disponibili e si sono avvicinati per le fotografie di rito e per firmare i tapiri acquistati nel merchandisig ufficiale. Poi il pubblico viene fatto uscire e nello studio cala il silenzio, almeno fino al giorno successivo.

* studentessa del corso di laurea Stars, facoltà di Lettere e filosofia, sede di Brescia