Una storia di paese, fatta di sacrifici, costanza e voglia di farcela. Che per una volta non fa rima con emigrazione. La metropoli, nella carriera di Daniela Bricola, è stata solo una tappa importante. Perché il successo, la ragazza partita da Ovada, piccolo paese dell’Alto Monferrato, l’ha trovato tornando da dove era partita. In provincia. Piccola realtà, grandi soddisfazioni si potrebbe pensare. Errore. Perché il business, in questa storia è a quattro passi da casa, a Serravalle Scrivia per la precisione, dove sorge l’Outlet più grande d’Europa. Introdotto dal colosso inglese McArthur Glen, con 180 negozi, tra cui numerose griffe di lusso, l’outlet di Serravalle, che proprio in questi giorni ha celebrato il suo decimo compleanno, è una delle realtà commerciali più importanti d’Italia. Da due anni a dirigerlo è proprio lei, Daniela Bricola, ex studentessa di Scienze Bancarie alla Cattolica di Milano.

«Dopo aver preso la maturità linguistica in un istituto religioso nel mio paese - racconta Daniela - per mia naturale inclinazione avrei preferito studiare delle materie umanistiche. Però mi sono resa conto che una scelta del genere mi avrebbe penalizzata dal punto di vista occupazionale. Per questo motivo ho provato ad entrare a Scienze Bancarie. Uno degli aspetti positivi era rappresentato dal fatto che si trattava di un corso a numero chiuso. E’ stata una decisione istintiva anche perché non ho provato lo stesso test in altre università. Mi sono detta “Provo qui e basta. O la va o la spacca”. Andò bene. Non avevo una spiccata propensione per i numeri – confessa – quella è venuta fuori col tempo. Però mi piaceva lavorare».

Daniela infatti è una ragazza intraprendente e si dà subito da fare. «Il mio percorso formativo – spiega - non è stato facile perché ben presto mi sono trovata a far conciliare lo studio con il lavoro. I miei genitori avevano infatti un piccolo negozio di tessuti nel centro del mio paese e in quel periodo ho iniziato a lavorare, o meglio, a imparare, dietro il bancone della bottega di famiglia. Il non aver cominciato la mia carriera dietro a una scrivania è una cosa di cui vado particolarmente orgogliosa. E’ un’esperienza che mi ha formato e che ancora oggi mi porto dentro. Il mio attuale impiego presuppone un contatto diretto con le varie attività commerciali e gli anni trascorsi in negozio mi permettono di capire al meglio, proprio perché ci sono passata anch’io, quali sono le esigenze e gli stati d’animo dei vari negozianti».

«La mattina a Milano poi di corsa a casa per andare a lavorare. Una bella sfacchinata. Ma ne vale la pena perché nel 2001, arriva l’agognata laurea, “Le prospettive di sviluppo del mercato dei titoli A.B.S. in Italia”, questo il titolo della tesi, conseguita con il professor Arturo Patarnello. E proprio sulla Cattolica vale la pena di raccontare un curioso ma significativo episodio. Un giorno – racconta - ho conosciuto una collega, quasi mia coetanea, di una società del dipartimento finanziario che aveva appena cominciato a collaborare con l’Outlet. Per conoscerci abbiamo cominciato a parlare del più e del meno ed è emerso che avevamo entrambe studiato in Cattolica a Milano nella stessa facoltà e che avevamo perfino discusso la tesi con lo stesso professore. Mai incontrata tra i chiostri ci siamo ritrovate, da laureate, anni dopo sul luogo di lavoro. Certo – ammette sorridendo – a dirla tutta lei alla fine ha trovato un impiego nel suo campo di studi. Io l’ho presa un po’ più larga…».

Ma di certo non di meno successo. La storia di Daniela Bricola è un segnale di speranza verso tanti giovani che spesso si sentono dire che mandare in giro curriculum non serve a niente. A Daniela è servito, il ‘famigerato’ cv : «Ho cominciato a lavorare all’Outlet fin dalla sua creazione rispondendo alla chiamata di un negozio che stava per aprire all’interno del centro commerciale. In occasione del colloquio debbo riconoscere che l’aver già lavorato in un negozio mi ha sicuramente agevolato. Il colloquio è andato bene e ho cominciato a lavorare all’interno dell’outlet poi però sono stata dirottata in un altro punto di vendita». Ma l’outlet era nel suo destino.

«Poco tempo dopo sono tornata a lavorare a Serravalle ma dall’altra parte della barricata. Dove ho fatto tutta la trafila: Assistente Retail, Retail Manager e Centre Manager, posizione che ricopro tuttora. Un lavoro che consiste nel coordinare e organizzare tutta le attività che si svolgono all’interno dell’Outlet senza dimenticare che bisogna preparare il marketing nonché obiettivi strategici da individuare e da raggiungere. Non è facile perché si tratta di una grande comunità. Ma sono soddisfatta, è un percorso decisamente gratificante».

E nel suo futuro cosa c'è?: «Far bene il mio lavoro ogni giorno. E' con i piccoli passi che si raggiungono grandi risultati che, fino a questo momento di certo non sono mancati, anche se naturalmente non mi pongo limiti».