Il presidente della Repubblica Sergio MattarellaIl Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato, nel discorso ufficiale per le celebrazioni dei 70 anni della Liberazione, la testimonianza di Ezio Franceschini [leggi l’articolo], il rettore dell’Università Cattolica che fece la Resistenza. Una figura che descrive bene il rapporto dei cristiani con la lotta antifascista, che per molte coscienze generò una forte tensione tra la scelta di imbracciare le armi contro il male e l’esigenza di rimanere fedeli al Vangelo.

«Tanti eroi hanno donato la vita per la nostra libertà, dai “piccoli maestri” che hanno lasciato gli studi per salire in montagna, alle donne che hanno affrontato a testa alta il rischio più alto e la prigionia - ha affermato Mattarella -. A questi dobbiamo affiancare gli eroi quotidiani che salvarono vite, che diedero rifugio ad ebrei, che si prestarono a compiti di cura o di supporto.

Come le sorelle Lidia, Liliana e Teresa Martini, padovane, che guidarono la fuga dai campi di concentramento di decine e decine di prigionieri alleati, prima dando loro il pane e un nascondiglio, poi instradandoli nottetempo verso la Svizzera, attraverso la rete costruita da padre Placido Cortese e da due latinisti di grande fama, Ezio Franceschini, dell'Università Cattolica, e Concetto Marchesi, in seguito rettore dell'Ateneo di Padova e deputato comunista. Senza questa dimensione popolare, senza questa fraterna collaborazione tra persone di idee politiche diverse, l'Italia avrebbe fatto molta più fatica a recuperare la dignità smarrita».

A un’altra figura di “cristiano, partigiano, italiano”, è dedicato il convegno che il 29 aprile analizza un caso emblematico del contributo dei cattolici alla Resistenza.

Aldo Gastaldi, meglio noto come “Bisagno”, già sottotenente del XV Reggimento Genio, l’8 settembre 1943 è di pattuglia a Chiavari quando arriva la notizia dell’armistizio. Non appena viene a sapere che i tedeschi hanno occupato la caserma fa nascondere le armi agli uomini che ha con sé, poi li lascia liberi di andarsene. Lui è tra i primi a salire in montagna: forma un nucleo partigiano a Cichero e nel giro di pochi mesi diventa il comandante più amato della resistenza in Liguria [leggi l’approfondimento].

Per conoscere la figura di questo partigiano italiano, nell’ambito del corso di Storia del mondo contemporaneo, presieduto dalla professoressa Maria Bocci, sarà presentato in anteprima nazionale il film-documentario di Marco Gandolfo, dal titolo “Bisagno”. La proiezione sarà introdotta dai saluti della professoressa Bocci, e da Daniele Bardelli, ricercatore di Storia del mondo contemporaneo. Al termine seguirà una tavola rotonda nel corso della quale il regista dialogherà con il direttore di Tgcom24 Alessandro Banfi e lo scrittore e giornalista Emilio Bonicelli.