“Così tra questa / infinità s’annega il pensier mio: / e ’l naufragar m’è dolce in questo mare”. È la conclusione della più celebre poesia di Giacomo Leopardi, mandata a memoria da generazioni di italiani. Eppure qualcosa suona strano, i conti non tornano. Il testo, come lo conosciamo oggi, si conclude in modo diverso: “Così tra questa / immensità s’annega il pensier mio: / e il naufragar m’è dolce in questo mare”. Non è un errore. È il testo di una redazione antecedente della poesia che, composta a Recanati tra la primavera e l’autunno del 1819, fu pubblicata dapprima su rivista (nel 1825) e venne poi stampata, assieme ad altri testi del Recanatese, in volume a Bologna nel 1826 “dalla Stamperia delle Muse, Strada Stefano, n. 76”.

Il volume, che si intitola Versi del Conte Giacomo Leopardi, è un’edizione molto rara ed è posseduta solo da un ristretto numero di biblioteche italiane. Un esemplare di questa edizione è recentemente pervenuto alla Biblioteca d’Ateneo grazie alla donazione Piccoli-Addoli, un considerevole corpus costituito da oltre 6.000 volumi e da un vasto nucleo di documenti e carteggi di Valentino Piccoli, della moglie Pia Addoli e del figlio Fantasio Piccoli ora in fase di ordinamento e ricondizionamento.

La Biblioteca d’Ateneo della sede di Milano ha iniziato un lavoro di sistemazione, ordinamento e di ricondizionamento delle proprie raccolte speciali, valorizzando tanto i testi a stampa – spesso resi rari dal tempo o addirittura unici per via di preziose dediche autografe – quanto le carte culturali che sono ad essa pervenute nel corso del tempo, alcune in momenti più recenti, altre in epoca più remota. È il caso, per esempio, del Fondo Maria Pia Rossignani, pervenuto alla fine del 2013 per volontà degli eredi, composto da circa 2.500 volumi e da varie decine di cartelle di studio.

Ma è anche il caso dell’Archivio Gustavo Bontadini che, versato unitamente al fondo librario (oltre 3.000 tra volumi e opuscoli già presenti nel Catalogo d’Ateneo), costa di 19 contenitori che in alcuni casi presentano un principio di ordinazione autoriale, che è stata mantenuta, e che invece in altri hanno necessità di essere almeno parzialmente riordinati.

Tra queste cartelle è presente un carteggio, importante anche se non quantitativamente nutrito, che testimonia la vasta trama di relazioni umane e professionali del filosofo dell’Università Cattolica. Tra le lettere è presente un biglietto di Giovanni Gentile che, nel 1932, invita Bontadini a collaborare alla nascente “Collana scolastica di testi filosofici” da lui diretta per l’editore Sansoni, uno stralcio del quale si può leggere nel periodico mensile Tralecarte, di cui è ora ospitato il secondo numero sulle pagine web della Biblioteca della sede di Milano. Con queste pagine la Biblioteca intende rivolgere un invito alla comunità universitaria ad approfondire la ricchezza conservate nelle sue preziose raccolte.

Tralecarte 2, 2014 ( KB)