di Velania La Mendola

Strano a dirsi, ma i più piccoli incontrano il denaro ancor prima dei quaderni di scuola: quando la mamma fa la spesa, quando il papà paga l'edicolante, ai bancomat. E l'immaginario dei bambini dai 6 ai 9 anni è popolato di tante storie in cui si parla di denaro e da personaggi che lo guadagnano, lo regalano o truffano per ottenerlo: Pinocchio, Cenerentola, Alì Babà e i 40 ladroni, Robin Hood. Come spiega Emanuela Rinaldi, dottore di ricerca in Sociologia in Università cattolica e ora ricercatrice all'Università di Udine, curatrice del volume Fiabe e denaro. Un libro per educare all'economia e al risparmio, frutto della collaborazione di un team di ricercatori ed esperti dell'Università Cattolica, dell'associazione FarEconomia e del consorzio Pattichiari: «Più che un'istruzione al consumo è un'osservazione che il bambino fa del mondo dei consumi e del denaro, dove può vedere, imitare i comportamenti che osserva. Scambio di monete, banconote, carte plastificate».

L'educazione dei bambini deve quindi tener conto di questa familiarità con il denaro e la ricerca condotta su questo tema nasce proprio dall'interesse verso la comprensione di come è cambiato il mondo economico dei più piccoli in una fase di forte crisi dell'economia nazionale, e verso il ruolo che le fiabe possono svolgere come strumenti di educazione finanziaria.

Viene allora da chiedersi come delle semplici fiabe possano insegnare una corretta gestione del denaro: «Le fiabe sviluppano sin da piccoli la sensibilità verso certi temi e personaggi, che possono perdurare anche nel tempo - afferma Emanuela Rinaldi -. Ad esempio la figura della formica parsimoniosa o della cicala "sfaticata", o generosa del suo canto secondo Rodari». Così ogni fiaba porta con sé dei valori: «Noi - prosegue la sociologa - nel nostro percorso abbiamo focalizzato l'attenzione nella scelta delle fiabe e della formulazione delle schede didattiche su alcuni principi di cittadinanza attiva e dell'«imparare a imparare»: il risparmio, la solidarietà, l'attenzione a non sprecare, il tema del gioco d'azzardo e dei suoi rischi, l'agire in modo autonomo e responsabile, il problem-solving».

Non ogni fiaba però è adatta a questo scopo, è necessaria una selezione della narrativa per i più piccoli: «Le fiabe vanno lette, selezionate sulla base dell'età e dello sviluppo del pensiero economico del bambino, eventualmente riscritte come noi abbiamo proposto nella sezione "Una trama in più" delle schede didattiche». Anche i classici presentano archetipi che possono essere oggetto di un approfondimento: in classe con esercizi o a casa con qualche "consegna" da svolgere anche con l'aiuto dei genitori.

«La scuola secondo me ha il compito di avvicinare il tema del denaro ai bambini all'interno di un quadro di riferimento più ampio dove le risorse sono anche le relazioni di amicizia, di stima, la fiducia. Quello che noi sociologi definiamo il "capitale sociale", una forma di moneta, potremmo dire, estremamente importante nella società contemporanea», continua Emanuela Rinaldi che spiega: «I bambini sanno che alcune cose, come l'amicizia, non si possono comperare con il denaro, ma solo attraverso la dimostrazione di queste qualità morali, della lealtà, della fiducia, della generosità. Che sono anche oggetto di alcune fiabe come quella di Martino o quella di Salta nel mio sacco».

I bambini vanno quindi guidati in questo percorso educativo della gestione del denaro e, oltre ai maestri, spetta ai genitori farlo nel quotidiano, ma come? «Ricette non ne esistono, i bambini non sono mobili dell'Ikea da montare», risponde la sociologa. «Consigli però provengono dalle ricerche che abbiamo svolto confrontando diversi modelli socializzativi, dove l'esempio dei genitori e la loro abitudine a discutere in modo esplicito i temi economici in casa sembrano essere strumenti utili per indurre i figli a sviluppare certe propensioni, come quella favorevole al risparmio o avversa al gioco d'azzardo. Però la ricerca in Italia in questi settori è ancora da sviluppare e sono certa che la collaborazione di esperti di più discipline, come psicologi, sociologi, economisti e pedagogisti, che avviene presso il nostro Ateneo, potrà portare a utili risultati».

Non resta che cominciare a leggere ai bambini sempre più spesso favole virtuose, nella speranza di risolvere la crisi prima del loro debutto nel mondo degli adulti. Un consiglio di lettura dell'esperta: «La mia preferita è Il re che voleva diventare ricco: Martino diventa ricco distribuendo le risorse ai cittadini e valorizzando le loro capacità, instaurando un legame di fiducia con i singoli. Questo dovrebbe essere un modello di mercato che salvaguardia capitale sociale ed economico, che spero si traduca sempre più spesso da fiaba a realtà».

Il volume Fiabe e denaro. Un libro per educare all'economia e al risparmio presentato il 17 ottobre alle ore 21.00 al Museo del Territorio di Biella.

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