«Filosofare, per i pensatori dell’età ellenistica e imperiale, significa non già costruire sistemi astratti nuovi e complicati, ma vivere una vita spirituale in maniera consistente e coerente. Filosofia, dunque, è soprattutto un’arte (nel senso antico del termine) del vivere». Così scriveva Giovanni Reale presentando il libro di Pierre Hadot, La cittadella interiore. Introduzione ai "Pensieri" di Marco Aurelio, un preziosissimo volume che fa parte della collana Vita e Pensiero “Temi metafisici e problemi del pensiero antico”, fondata dallo stesso Reale in Università Cattolica. 

Abbiamo chiesto all’attuale direttore, il professor Roberto Radice, di raccontare come è nata questa serie editoriale giunta oggi al n. 135 con Il logos di Dio e il logos dell’uomo a cura di A.M. Mazzanti, in libreria da novembre. «La collana è l’espressione del Centro di Ricerche di Metafisica dell’Università Cattolica, e nacque per volontà dell'allora rettore Giuseppe Lazzati, che voleva creare un punto di riferimento di pregio per gli studi monografici sul pensiero antico, e ideata da Giovanni Reale - spiega il professore - . Il primo numero del 1982 fu, non a caso, Platone e i fondamenti della metafisica di Hans Krämer, seguito dal best seller di Reale Per una nuova interpretazione di Platone. Rilettura della metafisica dei grandi dialoghi alla luce delle “dottrine non scritte”, che è arrivato alla ventiduesima edizione. 

Cosa si propone di fare ancora oggi la collana? Oggi è la più ampia collana di filosofia antica, di taglio accademico, a livello europeo, con una richiesta altissima di accesso per la pubblicazione. Con orgoglio e un pizzico di funambolismo portiamo avanti il nostro lavoro proponendo una selezione di ricerche contemporanee di alto livello sul pensiero antico. 

La lezione più importante che Reale ci ha lasciato? La pazienza dell’agricoltore. Tra la fatica del seminare e la fatica del mietere passano sei mesi: o hai fede o smetti di seminare.