Un topolino rosa, un’équipe di psicologi e i bambini immigrati sbarcati a Lampedusa. Sono gli ingredienti della spedizione sull’isola siciliana, teatro di sbarchi di profughi e testimone di immani tragedie, del progetto di integrazione promosso dall’Università Cattolica. Dal 15 al 22 novembre un gruppo di psicologhe guidate dalla professoressa Cristina Castelli, direttrice del master in “Relazione d’aiuto in contesti di sviluppo e cooperazione nazionale e internazionale”, porterà nei centri di accoglienza il progetto “Laboratori narrativo espressivi per i minori a Lampedusa”, promosso dall’Unità di ricerca sulla resilienza e dal Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale della Cattolica.

L’obiettivo è il sostegno ai minori e alle famiglie in fuga dai Paesi d’origine, riducendo l’incidenza e/o la gravità dell’impatto traumatico delle esperienze vissute all’interno di uno spazio sicuro e strutturato in cui poter esprimere e condividere le emozioni provate nel lungo viaggio. Insieme a questo, il progetto punta alla facilitazione dei processi di accoglienza da parte della comunità locale di Lampedusa.

Le attività dei laboratori per i bambini saranno svolte sia nella biblioteca messa a disposizione dal sindaco, sia nella tenda-ludoteca allestita dalla Caritas di Agrigento e Save the Children Italia, sia nei Centri di seconda accoglienza istituiti sul territorio italiano (Cara).

 In particolare sarà presentata la fiaba “Il topolino rosa”, un libro senza parole fatto solo di immagini che narra la bellezza della diversità solo attraverso disegni e colori, una modalità che unisce e che consente la comunicazione senza l’uso di una lingua comune. Questa fiaba, realizzata dalla studentessa del master Dina Dasoki, un atelier di fotografie e la guida psico-educativa “Tutori di resilienza in contesti di vulnerabilità” sono gli strumenti che verranno utilizzati per lavorare con i minori profughi nel centro di prima accoglienza di Lampedusa, con i minori isolani, con i minori profughi già presenti nei Cara. Beneficiari, se pure in modo indiretto, saranno i nuclei familiari dei minori e gli operatori locali che hanno in carico i minori.

I laboratori saranno rivolte a due fasce d’età, i bambini da 3 a 9 anni e i ragazzi da 10 a 16 anni. I risultati attesi da queste iniziative sono l’avvio dei processi di elaborazione e integrazione delle esperienze traumatiche vissute; il rafforzamento della consapevolezza delle proprie risorse interne ed esterne presenti nel nuovo contesto; l’incremento della capacità di elaborazione degli eventi vissuti con uno sguardo di speranza verso il futuro.

«L'intervento - spiega la professoressa Cristina Castelli - è mirato a gestire e alleviare il disagio di bambini e ragazzi, sia profughi accolti nel centro di prima accoglienza (oggi circa 80), sia abitanti dell’isola lampedusani ed ex profughi, oggi inseriti nella comunità (circa 600). La fotografia di questi minori rivela una realtà di crescita difficile che porta a un’adolescenza vulnerabile al limite della legalità perchè non ha trovato adeguate opportunità formative e culturali, essendo la realtà isolana troppo limitata».

Le attività del Master prevedono una collaborazione con Ibby Italia per la realizzazione a Lampedusa di una biblioteca per bambini e ragazzi.

Nella seconda fase post-emergenza si lavorerà a promuovere i processi di resilienza attraverso la realizzazione di laboratori creativo-espressivi volti ad elaborare ed integrare le esperienze traumatiche vissute e di promuovere la creatività personale, intesa come capacità di trovare soluzioni alternative ai problemi derivanti dall’esperienza immigratoria e di accoglienza.

Docenti, psicologi ed educatori del dipartimento di Psicologia dell'Università Cattolica, docenti e studenti del master in “Relazione d’aiuto in contesti di sviluppo e cooperazione nazionale e internazionale”, volontari dell’Associazione Francesco Realmonte Onlus e Frasi Ong Svizzera sono le risorse professionali a disposizione per realizzare questo progetto di integrazione che si svolgerà proprio nel periodo in cui si celebra l’anniversario della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia il 20 novembre.

I partner del progetto sono, insieme all’Università Cattolica, la Fabbrica del Talento, l’Associazione Francesco Realmonte Onlus,  Frasi Ong Svizzera, la Fondazione Cologni Mestieri d’Arte, la Fondazione Child Priority,