È una delle immagini di Maria più venerata nello Sri Lanka ed è sopravvissuta miracolosamente allo Tsunami del 2004. Ora è giunta fino a Papa Francesco. Alla statua della Madonna di Matara venerata dalla popolazione srilankese come protettrice dopo i suoi molteplici smarrimenti e ritrovamenti, è stato dedicato il volume “Our Lady of Matara. The story of a symbolic, much loved wooden statue in the tsunami emergency” che è stato consegnato nelle mani di Papa Francesco lo scorso sabato 3 maggio in Piazza San Pietro, in occasione dell’udienza del mercoledì.

Ad offrire questo omaggio sono stati il vescovo di Galle in Sri Lanka, Raimond Wickramasinghe, e il vicario episcopale padre Charles Hewawasam, che operano da anni a favore della risoluzione del conflitto tra le popolazioni tamil e cingalesi, in particolare divenuto ancora più aspro dopo lo tsnunami. Con loro Cristina Castelli (nella foto con il Papa e padre Charles), la psicologa che da anni coordina i progetti di solidarietà con il Paese asiatico. Il libro è redatto in tre lingue, italiano, inglese e cingalese, e contiene scritti della stessa Castelli, monsignor Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza e membro del consiglio di amministrazione dell’ateneo, padre Charles Hewawasam, Angela Dell’Oca, direttore del museo di storia e arte della Valtellina, e i restauratori della statua Luciano Gritti e padre Bruno Caccia.

L'Università Cattolica, con il Centro Pastorale e il Centro di Ateneo per la Solidarietà internazionale, si impegna da dieci anni per la ripresa scolastica ed il superamento dei traumi dei bambini, e per la riconciliazione delle popolazioni di questo Paese diviso.

Papa Francesco lo scorso 4 maggio, al termine della visita ad limina dei vescovi dello Sri Lanka, ha incoraggiato a superare le tensioni etniche e ad operare per la riconciliazione tra tamil e cingalesi, da sempre afflitti dalla guerra civile. Questo è proprio l’obiettivo per cui opera l’Unità di ricerca sulla resilienza, costituita a ottobre 2013 all’interno del dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica, che l’anno scorso ha realizzato un progetto a Trincomalee, città a nord dello Sri Lanka, e quest’anno a Kilinochchi, considerata la patria dei terroristi (le Tigri Tamil). In particolare verrà realizzato un summer camp a Weligama con quindici insegnanti provenienti da Kilinochchi e circa cento bambini tra Tamil di Kilinochchi e cingalesi di Colombo.

Il progetto, finanziato dall’Associazione Realmonte, è già iniziato con la formazione degli insegnanti da parte degli psicologi dell’Unità di ricerca sulla resilienza nel mese di aprile e continuerà nei prossimi mesi estivi. Gli psicologi della Cattolica si occuperanno anche del monitoraggio del progetto. A giugno una tirocinante di Psicologia si recherà sul posto per somministrare questionari ai bambini in modo da analizzare i loro bisogni e le loro condizioni psicologiche prima che parta il progetto con gli insegnanti delle due etnie. Trascorsi due mesi di lavoro gli operatori della Cattolica torneranno poi a Weligama per analizzare i risultati.