L’Università Cattolica nella sede di Roma ha ufficialmente dato il suo benvenuto alle matricole dei corsi di laurea della facoltà di Medicina e chirurgia e di quella di Economia per l’inizio della loro esperienza universitaria “aprendo” idealmente le sue porte lo scorso 9 ottobre nella giornata del Welcome Day.

«Dovete mettere a frutto i doni che il Signore vi ha dato per il bene comune» ha detto l’assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo, monsignor Claudio Giuliodori, nel suo saluto alle matricole riunite nell’aula Gemelli dopo la celebrazione eucaristica che si è svolta nella Chiesa centrale.

«Siete nel pieno della giovinezza, avete fatto una scelta universitaria importante. L’atteggiamento giusto è quello di avere una grande coscienza interiore in un percorso impegnativo per aprire la vostra vita a nuove conoscenze e per dare un grande contributo alla società. Non vi stancate di chiedere. Avete già chiesto alle vostre famiglie che vi hanno supportato nel momento della scelta universitaria, ora chiedete agli amici - le persone crescono con le relazioni autentiche - e soprattutto chiedete a noi perché voi stimolate la realtà accademica verso nuove e positive sfide» ha proseguito monsignor Giuliodori, che ha concluso: «Soprattutto chiedete a Dio perché vi sostenga nei momenti difficili e di stanchezza. La scelta che avete fatto si inserisce nel mondo sanitario che sta vivendo una stagione particolarmente difficile. Voi avete una vocazione, dovete svolgere una missione. Affronterete il mistero della sofferenza e della malattia ma anche quello della ricerca, della speranza e della fiducia. Dovrete saper prendervi cura dell’altro, di chi ha bisogno. Voi matricole siete la linfa vitale che entra nella storia della nostra Università che sarà per voi una grande famiglia».

Welcome Day RomaIl preside di Medicina Rocco Bellantone ha portato il saluto il saluto del Rettore Franco Anelli e l’abbraccio di tutto l’Ateneo. «Provo un sentimento di nostalgia – ha detto - perché in voi rivedo me stesso studente di tanti anni fa. Vi auguro di riuscire a sentire il dolore negli altri nel vostro cuore. Noi docenti vi staremo accanto quanto busserete alle nostre porte. L’ingresso della presidenza non a caso si trova nell’atrio degli Istituti Biologici per essere facilmente raggiungibile. Nel vostro cammino universitario non perdete mai il coraggio, la fede e la speranza».

Per la facoltà di Economia è intervenuto il preside Domenico Bodega, che ha chiesto agli studenti di utilizzare bene le risorse, «che significa usare bene le vostre intelligenze e le vostre motivazioni». Il preside ha espresso un auspicio: «Vi auguro di diventare migliori di noi e di avere una preparazione superiore alla nostra. Il nostro impegno è creare le condizioni giuste affinché questo possa avvenire. Avete davanti a voi cinque anni di studio, utilizzateli non solo per costruire un curriculum valido ma anche una biografia». Il professor Bodega ha concluso con un invito: «Investite su voi stessi, studiate per acquisire una preparazione solida. Utilizzate bene il tempo per lo studio e per le iniziative culturali che vi saranno proposte e che vi arricchiranno. Non studiate da soli, confrontatevi con gli altri colleghi e imparate da questo confronto a lavorare in gruppo. Utilizzate le porte che noi docenti vi apriremo e non abbiate paura di fare domande e di dialogare con i docenti».

Dopo il saluto del direttore della sede di Roma Fabrizio Vicentini, che ha spiegato il senso di una giornata che offre la possibilità di mostrare l’impegno nella didattica e nella ricerca e di presentare le attività finalizzate all’accoglienza, la parola è passata ai docenti “testimoni della memoria” e protagonisti della storia dell’ateneo: Gigliola Sica, direttore dell’Istituto di Istologia ed Embriologia generale, e Americo Cicchetti, docente di Organizzazione aziendale alla facoltà di Economia con emozione hanno ripercorso il loro iter accademico.

«Ancora oggi conservo l’entusiasmo che avevo fin da matricola – ha detto la professoressa Sica - . In questa Università, dopo la laurea, ho seguito un percorso di ricerca scientifica e ho sviluppato quello dedicato all’attività didattica. Noi docenti siamo per gli studenti una guida verso l’assunzione di quelle responsabilità che una volta diventati medici devono mettere in pratica. La nostra non è una professione come le altre, richiede vocazione e ispirazione. L’ispirazione di questa facoltà mi ha sempre guidata e sostenuta in questi anni. Il nostro insegnamento è rigoroso e può essere inteso come severo: questa “severità” è dovuta alla consapevolezza dell’importanza che il medico ha nei vari settori in cui opera e soprattutto nel rapporto con il paziente. Siamo qui per voi che siete parte irrinunciabile della nostra vita».

Il professor Cicchetti ha spiegato la gioia dell’insegnare: «Quella della formazione degli studenti è un’ esperienza molto bella e duplice perché consente di dare il meglio di sé agli altri ma anche di ricevere dal confronto con voi studenti: infatti quando entro in aula spesso imparo qualcosa di utile su me stesso e sui giovani. In futuro avrete responsabilità verso gli altri e la comunità e vi daremo gli strumenti per curare il nostro sistema sanitario – ha detto il professor Cicchetti -. Fatelo con competenza e impegno. Il nostro impegno è quello di darvi strumenti tecnici e forza morale per poter affrontare situazioni difficili. Usate bene il vostro tempo, allargate il vostro sguardo ad un contesto internazionale sapendo che in futuro sarete in competizione con persone estremamente preparate e questo è un bene perché da questo confronto riuscirete a migliorarvi sempre di più».