“E saremmo stati salvi…”. Così Paolo Colombo, docente di Storia delle istituzioni politiche all’Università Cattolica, ha voluto intitolare la sua lezione-aperta sulla strage di piazza Fontana, realizzata in collaborazione con l’attrice Lella Costa, che si terrà al Piccolo Teatro di Milano sabato 13 dicembre alle 11. Come a voler sottolineare che quel 12 dicembre 1969 successe qualcosa che cambiò irrimediabilmente il destino del nostro Paese.

Professor Colombo, perché è importante ricordare quel fatto, 45 anni dopo? «Perché è una vicenda che non ha avuto una soluzione. In anni e anni di indagini la giustizia è riuscita a risalire ai colpevoli materiali ma non ai mandanti. Inoltre nessuno dei responsabili è stato condannato, chi per motivi di prescrizione chi perché era già stato giudicato in altri processi analoghi.

Cosa c’è ancora da raccontare? Raccontare quel fatto, vuol dire raccontare molto di più: gli anni di piombo, la strategia della tensione, la strage di Bologna che, secondo molti storici, fa da pendant con quella del ’69 e chiude il periodo delle grandi stragi. Certo, molti altri hanno già parlato di questo evento, ma a mio avviso c’era ancora spazio per un racconto di qualcosa che per troppo tempo è rimasto nel silenzio. Tanto che la reazione della gente è di stupore: “Ma davvero è successo così?”

Come è strutturato il vostro “spettacolo”? Preferisco chiamarlo lezione narrata o history telling, perché non è qualcosa di strettamente legato al teatro. L’idea è nata cinque anni fa e l’abbiamo portata in diversi posti: alla Camera del Lavoro, a Santa Maria delle Grazie, a Como. Quest’anno il Comune ci ha chiesto di esibirci per la cittadinanza, l’ingresso infatti sarà libero, su prenotazione.

Come si svolge? Si tratta di un monologo a due, sul palco ci saremo io e Lella Costa ed è innanzitutto un lavoro storiografico. Partiamo con una personalizzazione della vicenda, cioè facendo capire cosa hanno rappresentato per noi, che eravamo giovani, quei fatti. Sarà un’ora e mezza di parole, canzoni, immagini e filmati. Useremo fonti storiche e articoli di giornale. Grazie alla voce di Lella ci saranno dei passaggi commoventi, quello che vogliamo trasmettere è che anche la storia, se narrata bene, sa emozionare.

Come mai il titolo “E saremmo stati salvi”?
È una citazione del libro “Molto forte, incredibilmente vicino” di Jonathan Safran Foer. Racconta di un bambino che ha perso il padre nell’attentato delle Torri Gemelle. Anche io e Lella ai tempi di Piazza Fontana eravamo molto giovani e il libro descrive benissimo il dolore che si prova a quell’età. Inoltre il titolo indica che quel giorno l’Italia perse la sua innocenza per sempre. Venivamo da un periodo di speranza ed eccitazione: la ricostruzione dopo la guerra, la democrazia, il boom economico. Quella strage ha cambiato la storia del nostro Paese e il nostro modo di essere italiani.