Una mappa dei valori costitutivi dell’Università Cattolica. Il Codice etico dell’ateneo, dopo un periodo iniziale di applicazione ad experimentum, è stato approvato in via definitiva con decreto rettorale il 29 ottobre 2013. «Nato dall’esigenza di adempiere a un dovere legale – scrive il rettore Franco Anelli -, l’adozione di questo ulteriore strumento ha rappresentato l’occasione per esplicitare e formalizzare un insieme di regole e di linee di indirizzo che da sempre caratterizzano l’operato e la condotta delle persone che lavorano e studiano nella nostra Università».

Il Codice etico dell'Università Cattolica risponde a due sollecitazioni normative, contenute nel decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche dipendente da reato e nella cosiddetta legge Gelmini di riforma del sistema universitario. In entrambi i testi di legge, nel quadro di una generale tendenza alla valorizzazione della responsabilità sociale delle organizzazioni complesse, si chiede agli enti - anche agli enti universitari - un ripensamento delle scelte organizzative allo scopo di prevenire il compimento di azioni scorrette e lesive degli interessi delle singole persone e della collettività.

Il Codice etico rappresenta il frutto della riflessione dell'Ateneo rispetto alle indicazioni del legislatore e contiene una mappa dei valori costitutivi dell'«essere» e del «fare» Università Cattolica, che improntano l'agire di tutti i componenti della comunità universitaria, nel rispetto delle specificità di ciascuna categoria: docenti, studenti, personale tecnico-amministrativo, e con una speciale premura per i pazienti del Policlinico Gemelli.

Non si tratta di valori nuovi. Il Codice intende rappresentare a un tempo l’«orgoglio di un’appartenenza» e la riaffermazione di valori già sedimentati nella coscienza di ciascuno dei componenti la grande famiglia dell'Università Cattolica e che hanno reso unica la sua storia. Questi valori si iscrivono nel solco del magistero della Chiesa e sono riattualizzati alla luce delle sfide lanciate al sistema universitario dalla modernità e dalla crisi.

Nei 59 articoli in cui è strutturato, il documento, che si accompagna al nuovo Modello di gestione, organizzazione e controllo, riconosce la centralità di ogni componente e di ogni persona all’interno della comunità accademica. E ne delinea i diversi profili. «Emerge una figura di docente appassionato alla ricerca e alla didattica, aggiornato, disponibile a contribuire al buon funzionamento dell’Ateneo, di esempio per gli studenti e attento a promuovere un’immagine virtuosa dell’Università all’esterno», spiega Gabrio Forti, preside della facoltà di Giurisprudenza e presidente della commissione che ha redatto il testo. Il ritratto di studente tratteggiato dal Codice etico è quello di un protagonista, «che sa far valere i propri diritti, ma prima ancora adempie ai propri doveri, riconoscendosi al centro del progetto di un’Università Cattolica che vive “nel cuore della realtà” ma proietta il proprio sguardo al futuro».

Secondo il giurista, infine, il personale dell’ateneo deve essere «profondamente consapevole dell’importanza del proprio ruolo per il benessere della vita universitaria». «L’ampiezza del Codice etico dell’Università - conclude - riflette un’immagine di complessità della gestione di un Ateneo che vanta diverse sedi, un Policlinico, una miriade di corsi e di attività parallele. Al personale viene riconosciuta l’essenziale funzione di meccanismo di riduzione della complessità e, insieme agli studenti e ai docenti, di presidio della legalità dell’agire universitario».

Ora che il testo è stato approvato in via definitiva, non resta che farlo proprio, come chiede il rettore nella lettera di accompagnamento: «Rinnovo l’invito a prenderne visione, ricordando che il rispetto delle direttive del Codice è parte essenziale della missione, del prestigio e dell’immagine dell’Università Cattolica».