Roberta Pinotti, Franco Anelli e Massimo de LeornardisDalle missioni internazionali alle questioni di bilancio, passando per la scottante situazione nel Mediterraneo. Sono gli argomenti della lezione del ministro della Difesa Roberta Pinotti (nella foto con il rettore Franco Anelli), che ha parlato questa mattina agli studenti dell’Università Cattolica nella cripta dell’aula magna della sede di largo Gemelli a Milano. 

Dopo il saluto del rettore Franco Anelli e l’introduzione del direttore del dipartimento di Scienze politiche Massimo de Leonardis, il ministro ha parlato delle linee guida del “Libro bianco per la Difesa”: uno strumento di trasparenza che il governo e il ministero utilizzano per comunicare all’opinione pubblica le proprie scelte e la propria visione su un tema complesso come quello della difesa. Il “Libro” contiene indicazioni in tema di riforme da avviare o adeguare in uno scenario geo-politico in veloce trasformazione.

Il ministro, rispondendo alla numerose domande degli studenti, ha spiegato la posizione dell’Italia sulle principali questioni internazionali e di sicurezza nazionale, a cominciare dall’impegno italiano in Iraq e dalla crescente instabilità della Libia, Paese con cui l’Italia ha importanti legami storici, culturali oltre a numerosi interessi strategici.

«Il coinvolgimento in Iraq nella coalizione anti-Isis sarà esclusivamente di carattere addestrativo e di supporto in termini di armi e intelligence. Saranno circa 200 gli uomini inviati con il compito di addestrare le milizie Peshmerga nel Kurdistan iracheno. Altri 80 saranno inviati successivamente con compiti di coordinamento in seno alla coalizione», ha sostenuto il ministro, sottolineando che «il supporto finora fornito è pienamente in linea con quanto deciso dal Parlamento e con le richieste ricevute dalle autorità locali e dalla coalizione».

Molto più vicina dell’Iraq, a pochi chilometri dalle nostre coste, è la Libia, con cui l’Italia ha un legame sia storico che economico. «Il nostro è l’unico Paese occidentale - ha affermato il ministro - che ha mantenuto l’ambasciata a Tripoli e alcune aziende italiane, ancora attive sul territorio. In Libia la situazione è molto complicata. Ci sono due governi che si delegittimano a vicenda e noi dobbiamo stare molto attenti, perché il rischio che si formino due Stati in Libia è molto forte con la conseguenza che l’estremismo si radicalizzi fino ad arrivare alle porte di casa nostra».

Altro tema caldo è la questione della sicurezza dei confini marini, legata all’enorme emergenza umanitaria in corso nel Mediterraneo. La missione Mare Nostrum è giunta al termine, ma solo per essere sostituita da quella europea Triton, un’operazione a guida Ue. «Il Mediterraneo è il confine meridionale dell’Europa - ha detto il ministro -, non solo dell’Italia, e per questo l’emergenza migranti non riguarda solo noi, ma tutti i Paesi dell’Unione. Le risorse dell’Ue in questa nuova operazione dovrebbero essere più consistenti che in passato».

A fronte delle domande sull’impegno economico nelle politiche della difesa, il ministro ha risposto che «al vertice Nato in Galles (il 4 e 5 settembre, ndr), l’Alleanza ha richiesto di aumentare le spese per la Difesa fino al 2% del Pil». «L’Italia per ora è circa all’1%, ma condividiamo la necessità di aumentare le risorse destinate alla sicurezza. Al vertice è stato anche stabilito che un aumento dei fondi destinati alla Difesa sarà reso possibile solo da una contemporanea crescita dei singoli Pil nazionali».

Da parte degli studenti, non è mancata la domanda sull’acquisto degli F35. Il ministro ha ribadito la necessità di informarsi correttamente. «Qualcuno sostiene che questi aerei siano poco affidabili e che lo stesso Pentagono abbia dichiarato che non siano sicuri - ha concluso -. Questo non è vero, perché il Pentagono stesso ne ha recentemente ordinati un congruo numero, e molti altri Stati, anche europei, si stanno muovendo per l’acquisto. L’Italia sin dal  1998 ha deciso di partecipare attivamente al progetto con una parte significativa. La riflessione avviata con il “Libro Bianco” ci consentirà di valutare con serietà le esigenze del nostro Paese».