Sempre più connessi, produttivi e meno isolati. I residenti dei 25 comuni della Valle Sabbia, nella provincia bresciana, sembrano non avere dubbi circa gli effetti positivi conseguenti all’installazione di una rete di connessione di ultima generazione.
A palesarlo sono i dati registrati dalla ricerca “Smart Community made in Brescia” condotta dalla Cattolica su 500 campioni e che ha evidenziato come - secondo il 78% degli intervistati, ovvero 3 su 4 - lo sviluppo economico del territorio valsabbino abbia subito un upgrade, favorendo nuove opportunità lavorative (secondo 6 intervistati su 10). Altri fattori positivi percepiti dagli utenti diretti interessati sono stati inoltre la riduzione dell’isolamento della comunicazione, l’agilità delle relazioni interpersonali, delle cooperazioni sociali, ma anche con la pubblica amministrazione (secondo 7 su 10).
Un impatto non solo economico, dunque, ma anche e forse soprattutto sociale, come spiegano a più riprese la professoressa Elena Marta e Alberto Albertini dell’Osservatorio per il territorio, che hanno coordinato la ricerca e i sondaggi svolti sia tra la popolazione che nelle grandi aziende della ValSabbia, e successivamente le fasi di analisi e d’interpretazione dei dati.
Tra quelli più interessanti, Marta e Albertini hanno sottolineato come “utenti e stakeholder hanno percepito l’avvento della fibra in modo molto realistico, cogliendone sia il potenziale in termini di risorse – individuate nell’aumento della partecipazione politica, dell’incremento delle relazioni e della comunicazione tra enti e pubblica amministrazione, nel sostegno al tessuto economico locale - sia le criticità dettate dai possibili rischi a cui il web espone i più giovani, soprattutto in tema cyberbullismo”.
«Un progetto pensato già nel 2014 e avviato concretamente nel 2015 con un contributo pubblico di 2 milioni e 600mila euro stanziato da Comunità Montana di Valle Sabbia» fa sapere Daniele Peli, AD di Intred Spa, azienda che si è occupata dell’esecuzione materiale del progetto. «L’obiettivo, come l’agenda digitale indica, è di raggiungere entro il 2020 la connettività a 100 megabit per secondo per l’85% della popolazione, a 30 megabit per tutta la popolazione nazionale, a 100 per i luoghi pubblici e a banda ultra larga per aree industriali. Quello in Valle Sabbia è un caso unico e virtuoso: già si parla di modello Bul Valsabbia» sottolinea Peli.
Giulia Panizza, Federico Maffezzoni e Monica De Luca, laureati in Psicologia e in Scienze linguistiche alla Cattolica, si sono infine occupati di somministrare i questionari agli stakeholders del territorio secondo un’ottica partecipativa. «Utenti, enti, cooperative, scuole e aziende hanno infatti giocato un ruolo cruciale nel processo di rilevazione dei dati» concludono.