di Agnese Sabattoli *

Agnese SabattoliSono tornata da poco dalla Francia e devo ammettere che quando amici o parenti mi domandano di raccontare la mia esperienza faccio fatica a trovare un modo per rendere l’idea. Provo a scegliere tre parole per rendere il mio Erasmus: scoperta, legami, crescita.

Ogni singolo giorno trascorso a Parigi mi ha regalato una sorpresa. Sono arrivata a settembre in una città che non conoscevo. Sono ripartita a giugno da quella che amavo come una “casa”. Certo, ho dovuto affrontare parecchie difficoltà: la ricerca di un alloggio in una metropoli tanto affollata è una vera e propria sfida e, a dire il vero, i parigini non mi erano noti per la loro ospitalità. Il primo periodo è stato veramente una prova, ma poi ho trovato il mio equilibrio.

Agnese alla SorbonaHo cominciato a disporre della lingua in maniera sempre più fluente, a notare quanto il mio accento italiano fosse apprezzato e a smontare diversi luoghi comuni a cui avevo dato credito prima di conoscere davvero la realtà francese. All’Université Sorbonne Nouvelle a Parigi 3 ho seguito lezioni specifiche per studenti Erasmus, ho partecipato a corsi “interattivi”, di scambio tra gli studenti e il professore, e ho lavorato a contatto con ragazzi venuti da tutto il mondo. È stata infatti la “fac” (è così che chiamano la “uni” i giovani francesi) a darmi la possibilità di conoscere le persone con cui ho condiviso i mio giorni in Francia.

Parti da solo. Eppure, aldilà dei ricordi e dell’apporto personale di un’esperienza di questo tipo, effetto durevole dell’Erasmus è la rete di amici che, al tuo ritorno, avrai sparsi per tutto il mondo. Molte delle persone che ho conosciuto vivevano la mia stessa situazione: spaesati in una realtà universitaria diversa e in una città ancora da scoprire, ci si è capiti al volo. Abbiamo iniziato a organizzare le prime uscite e a trovarci per la stesura dei “dossier” da consegnare ai professori entro le scadenze. Qualche mese dopo mi sono ritrovata in viaggio per tutta la Francia e a progettare vacanze estive in Spagna e capodanno in Argentina.

Agnese al Palais de CongresDevo all’Erasmus di avermi dato la possibilità di conoscere persone di culture, lingue e tradizioni spesso molto diverse dalla mia. Mi ha fatto scoprire quanto ami viaggiare, vedere mondi nuovi e ascoltare storie di vita. Ho trascorso mesi a stretto contatto con giovani di altre nazionalità, che sono stati per me dei libri aperti, dei veri e propri canali di conoscenza. Alla fine di questo percorso mi rendo conto di aver vissuto, in un contesto particolare, una realtà davvero “europea”, se non, addirittura, “mondiale”.


21 anni, di Gussago (Brescia), terzo anno del corso di laurea in Lettere classiche, facoltà di Lettere, sede di Brescia. Erasmus all’Université Sorbonne Nouvelle a Parigi 3