di Andrea Mecacci *

Il ricordo è ancora nitido: il mio primo giorno alla Jiangxi University of Finance and Economics (Jufe) di Nanchang, l’aereo che atterra sulla pista e la vista sulla campagna intorno alla città. Ero incuriosito e pieno di domande e dubbi: mi piacerà? Sarà utile? E l’inquinamento? Il cibo? Ma poi come saranno questi cinesi? Si, questo era lo spirito con cui affrontavo il mio semestre in Cina con Isep.

In realtà credo che siano le domande che si fa ogni occidentale che arriva per la prima volta in questo Paese. E il motivo è chiaro: spesso nelle nostre città le persone parlano della Cina senza avere la minima idea di cosa sia in realtà. Questa è proprio la ragione per cui ho deciso di passare un semestre alla Jufe con il programma Isep ed è proprio per questo che penso che sia stata una delle esperienze più formative della mia vita. Ho passato quattro mesi e mezzo in un campus, in una vera città cinese e ho imparato che, , questa cultura è veramente lontana dalla nostra, ma in un modo diverso da quello che la gente crede a casa nostra.

Qui ho conosciuto una popolazione aperta e accogliente nei nostri confronti e in generale di fronte a tutto ciò che viene dall’Occidente. Gli studenti cinesi sono stati estremamente d’aiuto ed espansivi con noi e, anche se ogni volta vanno fatti i salti mortali per capirsi, ho costruito alcune buone amicizie che durano anche ora che sono in Italia. Inoltre, essendo così diversa, questa cultura stimola la curiosità di ogni persona intelligente di questo mondo.

Tutte le cose che possono sembrare strane, dagli ottimi piatti in cui l’ingrediente principale sono le ranocchie alla loro maniacale passione per il significato dei numeri, dal mio punto di vista sono molti interessanti e dovrebbero essere osservate con grande attenzione e una mente aperta.

Ho avuto anche l’opportunità di viaggiare molto in tutto il Paese e fuori. Sono stato a Pechino, Shanghai (nella foto a destra), Hong Kong, Xi’an, Shenzhen, Pingyao, Lu Shan e, infine, a Tokyo. Ho visto tutte le innumerevoli facce di questa grande nazione: la maestosità imperiale di Pechino, la modernità prorompente di Shanghai, l’immensa ricchezza di Hong Kong, la storia di Xi’an e la bellissima natura del monte Lu.

Sono stato impressionato dalla storia di Shenzhen che era solo un piccolo villaggio di pescatori nel 1978 e che ora è una città con quindici milioni di abitanti. Ho dormito in una tipica casa cinese a Pingyao, ma anche in un treno sulla strada per Pechino e in cima a un grattacielo a Shanghai. Infine, con poche ore di volo, ho visto quanto possa essere diversa una cultura passeggiando nella spettacolare Tokyo.

Tutto questo in quattro mesi e mezzo. È stato come vivere in una immensa lavatrice, scosso dall’impatto che questa cultura ha avuto su di me. Un’esperienza da consigliare a tutti gli studenti che hanno voglia di mettersi in gioco e scoprire cosa è davvero la Cina. Sarà un modo per imparare qualcosa che sui libri non si trova, di diventare cittadini in grado di vivere nel mondo d’oggi e adattarsi a ogni nuova e, perché no, scomoda condizione.

* 24 anni, di Grosseto, facoltà di Economia, sede di Milano