Gianfranco Gentile con il presidente Napolitano al Quirinale, dopo la cerimonia di premiazioneNon è l’abito che fa il monaco, ma Gianfranco Gentile non ha scelto a caso il vestito per ricevere dalle mani del presidente della Repubblica il premio Leonardo per la sua tesi di laurea triennale: un completo da cerimonia di marca francese prodotto in Italia, a rappresentare il connubio che ha caratterizzato l’avventura universitaria dello studente della Cattolica. Gianfranco si è laureato infatti con un lavoro sul mecenatismo nel mondo della moda e ha trascorso diversi periodi di studio e di stage tra la Francia e l’Italia, due paesi che in fatto di fashion la possono dire lunga.

Alla cerimonia, che si è svolta lo scorso 20 gennaio nel salone dei Corazzieri al palazzo del Quirinale, erano presenti oltre al presidente Napolitano e alla moglie Clio, il ministro per lo sviluppo Claudio Scajola, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, la presidente del Comitato Leonardo Luisa Todini, e molte altre personalità del mondo della cultura e dell’economia, tra cui gli imprenditori Santo Versace, Marco Tronchetti Provera e Diego Dalla Valle e il premio nobel Rita Levi Montalcini che ha ritirato il premio alla carriera. Scopo del Comitato, che nasce dall'iniziativa di un gruppo di imprenditori, artisti, scienziati e uomini di cultura, la promozione della "Qualità Italia" nel mondo. I nove premi di laurea Leonardo, concessi da imprese o fondazioni che fanno parte del Comitato, erano riservati a studiosi e laureati che con il loro lavoro abbiano messo in risalto i fattori di potenzialità e di vulnerabilità dell'immagine dell'Italia all'estero. Tra loro, appunto, Gianfranco, un ragazzo foggiano di 22 anni che ha già nel suo arco parecchie frecce.

Durante gli studi per la laurea triennale in Lettere, indirizzo Letteratura e arte, un Erasmus alla Sorbona gli ha permesso di porre le basi per la sua tesi comparativa sul mecenatismo di moda tra Italia e Francia: uno studio sulla storia dei rapporti tra moda e arte dalle origini ottocentesche ai nostri giorni, con un’analisi giuridico-fiscale delle politiche che governano il fenomeno oggi e due case study, uno al di qua e l’altro al di là delle Alpi. Un lavoro dal titolo "Arte e moda, contaminazioni e mecenatismo "altro" in Italia e Francia", discusso lo scorso 16 febbraio sotto la guida del professor Francesco Tedeschi, che gli è valso il premio della Fondazione Ferrè, che rappresentava il caso italiano. Oltre all’Erasmus Gianfranco ha approfondito le sue conoscenze sul campo con due stage che si è procurato nel mondo della comunicazione parigino, uno ad Hermès e l’altro a Rolex.

Gianfranco Gentile tra Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo, e Rita Airaghi, direttrice della Fondazione FerréDella cerimonia al Quirinale Gianfranco è stato colpito oltre che dal parterre con il gotha dell’imprenditoria italiana, anche dalla cordialità del presidente che, dopo la stretta di mano ufficiale sul palco, ha condiviso con i premiati un cocktail conviviale, come mostra la fotografia: «Mi ha detto che era felice di farsi immortalare con me, perché ero il più elegante tra i nove premiati», racconta lo studente foggiano. Napolitano non ha mancato di informarsi sui suoi studi: «È rimasto sorpreso perché ero l’unico con una laurea umanistica. Mi ha fatto i complimenti e ha detto che più viaggia e più si sente dire che la forza dell’Italia nel mondo è il nostro patrimonio artistico e culturale».

Un incoraggiamento a proseguire su questa strada subito raccolto dal giovane premiato. Allo studente, iscritto al secondo anno della specialistica in Storia dell'arte a Milano, “da grande” piacerebbe lavorare infatti nella organizzazione di eventi di cultura. E allora, la laurea può attendere ancora un po’. Ricevuto il premio dalle mani del Presidente, Gianfranco ha già pronta la valigia che lo porterà immediatamente nel cuore di un’altra avventura: uno stage di qualche mese all’Istituto italiano di cultura a Tel Aviv. Una nuova esperienza, questa volta lontano dai santuari della moda, per capire come le istituzioni diplomatiche promuovono la cultura. E un giorno, chissà, ricevere il premio Leonardo non più come laureato, ma come portavoce del made in Italy.