Affonda le sue origini già nell’800 d.C. e proprio per la sua storia millenaria, per quanto da quasi un secolo sia un quartiere di Milano, chiedendo “dove abiti?” a un cittadino, la risposta non è “a Milano”, ma “a Baggio”. Baggio è il borgo antico dove sorge la “vecchia chiesa” di Sant’Apollinare, nota da decenni ai milanesi per il famoso detto popolare “ma va a Bagg a sonà l’òrghen”.
 

Ed è qui che sono cominciati i lavori di scavo. Il desiderio di valorizzare il patrimonio storico e artistico del quartiere ha portato anni fa alla costituzione del “Comitato dell’organo di Baggio” che riunisce diverse associazioni e che ha scelto di concentrare le ricerche sul millenario complesso di Sant'Apollinare. Per questo è stato chiesto l’intervento della Soprintendenza Archeologia della Lombardia e degli archeologi dell’Università Cattolica che hanno maturato ormai esperienze di scavo in diverse zone di Milano.

Dopo aver vinto un bando della Regione Lombardia con un finanziamento del 50% dei costi previsti per l’ammontare complessivo di circa 20.000 euro, la prima campagna di scavo ha coinvolto 29 studenti dell’Ateneo di largo Gemelli per tutto il mese di luglio 2015. Sotto la supervisione del professor Furio Sacchi (nella foto con gli studenti), docente di Archeologia classica, si sono divisi in due turni di due settimane ciascuno gli studenti delle lauree triennali in Scienze dei beni culturali e in Lettere, della laurea magistrale in Archeologia e storia dell’arte e della Scuola di specializzazione in Beni archeologici.
 

«I lavori di scavo hanno permesso fino ad ora il recupero di materiali dell’epoca rinascimentale: monete e oggetti in bronzo, probabilmente parte dell’abbigliamento dei defunti sepolti nella chiesa, dice Furio Sacchi. Un esame endoscopico all’interno di una tomba a volta laterizia posizionata davanti all’altare ha evidenziato che probabilmente di trattava di una tomba per più individui, datata tra il 1500 e il 1600».


Le origini della chiesa però sembrano risalire a un’epoca ben precedente, come spiega Annamaria Fedeli della Soprintendenza Archeologia della Lombardia: «I primi sondaggi hanno confermato materiale romano di reimpiego e pertanto bisognerà ampliare le indagini a ulteriori parti della chiesa per verificare la consistenza del deposito archeologico».
«Il ritrovamento nell’Ottocento - continua il prof. Sacchi - di un’epigrafe che riporta il nome di un senatore romano che verosimilmente aveva proprietà in questa zona, lascia pensare che si possano rinvenire i resti di una villa imperiale romana».


E’ stata così sfatata la tradizione secondo la quale la chiesa fu fondata in epoca medievale da Papa Alessandro II, al secolo Anselmo da Baggio, che ha avuto un ruolo storicamente importante per il borgo. Ricorda la storia don Cesare Pavesi, vicario di Sant'Apollinare: «Eletto vescovo di Lucca nel 1073, all'epoca della lotta per le investiture, inizialmente rifiutò la nomina per non ricevere dall'imperatore Enrico IV le regalie, ma accettò l'elezione nel 1074. Per il suo forte sostegno al movimento riformatore della Chiesa, nel 1081 venne esiliato dall'imperatore e si ritirò come monaco in una abbazia vicino a Mantova (di cui oggi è il patrono), sotto la protezione della contessa Matilde di Canossa, della quale divenne consigliere spirituale».


Orgogliosi dei lavori svolti fino ad ora a Baggio - il restauro della canonica, oggi sede di una comunità di disabili, il restauro del campanile medievale, uno dei più belli di Lombardia, ora - aggiunge don Cesare - «ci stiamo dedicando alla chiesa parrocchiale per cercare di ricostruire la storia di questo insediamento religioso. Al termine di questa prima fase dei lavori di scavo la chiesa tornerà a svolgere le sue funzioni religiose, fino al prossimo intervento». Le ricerche e gli studi sul complesso di Sant'Apollinare sono stati raccolti nel volume Il complesso monumentale di Sant’Apollinare in Baggio. Fatti, famiglie e confraternite all’ombra del campanile, a cura di Marco Peruffo e Giorgio Uberti del Comitato dell’organo di Baggio.