«Sono fiero di aver vinto questa borsa di studio, che rappresenta un’occasione unica. Ringrazio chi ha deciso di appoggiare il mio progetto di ricerca». Nicolò Zenoni è uno dei vincitori del Premio Zegna di quest’anno. Con l’obiettivo di frenare il fenomeno sempre più vasto della “fuga di cervelli”, il Gruppo Zegna mette a disposizione borse di studio per un importo fino a 50.000 euro annui per consentire a candidati promettenti di intraprendere un percorso di ricerca o specializzazione post-lauream all’estero, con l’unico vincolo del rientro in Italia al termine dell’esperienza al di fuori dei confini nazionali. 
 
«Mi sono iscritto a un dottorato internazionale, congiunto tra l’Università Cattolica di Brescia e la belga Katholieke Universiteit di Leuven» spiega Zenoni. La borsa di studio riguarda dunque questa esperienza all’estero, che ha una durata di quattro anni, tre da passare in Brescia e uno in Belgio. Questo anno è diviso in due periodi da sei mesi, e quello per cui ho richiesto la borsa è il primo: starò qui da febbraio a luglio». 

Il progetto presentato da Zenoni riguarda una ricerca legata alla fisica teorica, in particolar modo al principio olografico: «Lo studio coinvolge due teorie, una con gravità e una senza gravità. L’idea di questa dualità rappresenta un grande passo avanti per la fisica teorica, in particolare può riuscire a risolvere uno dei problemi più interessanti, ovvero capire come si comporta la gravità a piccole distanze. Questo rappresenta un’importante svolta perché permette di studiare la gravità, senza però studiarla realmente”. In parole più semplici l’idea, come spiega Zenoni, è che, riuscendo a studiare la teoria posizionata sul bordo, si possa poi ricavare informazioni sulla teoria con la gravità nello spazio all’interno, «come se ci trovassimo sulla superfice di una scatola, e studiando gli elementi sul bordo riuscissimo anche a studiare la gravità all’interno della scatola stessa». 
 
Si chiama appunto olografico perché funziona in sostanza come un ologramma: «È una rappresentazione bidimensionale di un oggetto tridimensionale, e studiando la sua bidimensionalità riusciamo a ottenere le informazioni che ci servono dell’oggetto tridimensionale, ed è ciò che succede quando mettiamo in relazione gravità e non gravità». 
 
In particolare, Zenoni si occupa di una delle innumerevoli forme in cui si può declinare questo principio: lo studio dell’interno di un buco nero, «di cui non al momento non si sa nulla, perché bisognerebbe conoscere la gravità quantistica». «L’obiettivo – precisa – è dunque quello di ottenere informazioni su cosa succede dopo l’orizzonte degli eventi, senza di fatto studiare la gravità. Ovviamente serve ancora molta ricerca, è tutto pionieristico, però questo ad oggi è uno degli approcci più promettenti, se non forse l’unico». 
 
Nicolò Zenoni ha le idee chiare sul suo futuro: «Innanzitutto il primo punto è quello di terminare il percorso di studi qui in Belgio. Poi, spero di poter fare delle esperienze di post-dottorato per ampliare la mia formazione. Una volta finito questo, prevedo di tornare prima possibile in Italia. L’intento è quello di continuare la carriera universitaria, trovando magari una cattedra che mi possa dare la possibilità di insegnare e di portare avanti la mia ricerca sulla fisica teorica».