«Siamo ancora dentro la sfida del Covid anche se ci troviamo in una fase diversa da quella drammatica di marzo-aprile. Oggi ci muoviamo in un terreno di contenimento, di convivenza con il virus, che ci porterà verso terapie e vaccini sicuri. Ma adesso è necessario porre di nuovo attenzione alle priorità di sempre. Abbiamo stanziato oltre mezzo miliardo di euro per recuperare il terreno perduto sulle visite e gli screening. E l’oncologia rappresenta una priorità assoluta».

Sono le parole con cui il ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto al secondo seminario della serie “Mission Cancer. Il ruolo e le opportunità per l’Italia nelle azioni europee per conquistare il cancro”, organizzato dal professor Walter Ricciardi, presidente del Mission Board for Cancer della Commissione Europea, in collaborazione con Apre, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e Università Cattolica del Sacro Cuore - Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs. Focus di questo secondo incontro, il raccordo istituzionale e politico.

La Commissione Europea ha individuato cinque aree (Mission) dedicate alla ricerca e all’innovazione per implementare l’efficacia dei finanziamenti, attraverso la definizione di chiari obiettivi da raggiungere nei prossimi sette anni (2021-2027). Una delle cinque mission è dedicata al Cancro, che si stima diventerà la prima causa di morte in Europa entro il 2030. Obiettivo del Mission Board for Cancer (il cui slogan è “cancer, mission possible”), presieduto dal professor Walter Ricciardi, è di salvare oltre 3 milioni di vite entro il 2030.

«Sono grato del fatto che il nostro Policlinico, che ha una caratterizzazione fortemente oncologica per i volumi di cui si fa carico (l’anno scorso abbiamo assistito oltre 50 mila pazienti oncologici) diventi il luogo dove vengono avviati questi lavori» ha affermato il professor Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs, introducendo i lavori. 

Le Mission rappresentano la novità più importante del programma quadro per l’innovazione e la ricerca Horizon Europe. Una novità introdotta per avvicinare e far partecipare i cittadini alle attività di ricerca, e per convincere i governi a investire di più in ricerca. «Nel 2000 – ricorda il professro Fulvio Esposito, rappresentante Ministero dell'Università e della Ricerca (Miur) e rappresentante Nazionale European Research Area Committee (Erac) - a Lisbona l’Europa fissò l’obiettivo di investire in ricerca il 3% del Pil, centrato finora solo da 2 nazioni. Mission Cancer e la sua presidenza affidata al professor Ricciardi rappresentano un’occasione unica per l’oncologia italiana e mondiale. Un motivo d’orgoglio per la sanità italiana che sta vivendo un momento d’oro, raccogliendo consensi in tutto il mondo. Come testimonia anche l’annuncio fatto da Ursula Von Der Leyen che il prossimo Summit mondiale della sanità si terrà a Roma». 

Gli obiettivi della ricerca sono a volte di difficile comprensione per il cittadino comune. Per questo, le Mission propongono un prototipo di narrazione diverso, comprensibile a tutti, per sensibilizzare i cittadini e i governi.

«Ma per non fallire questa Mission - afferma Giovanni Leonardi, direttore generale della ricerca e dell’innovazione in sanità, Ministero della Salute - sarà necessario mettere in campo una serie di azioni, coinvolgere di più i cittadini e costruire sinergie forti tra i ministeri della Ricerca e quello della Salute. Gli obiettivi del mission board sono di supportare una medicina basata sull’evidenza, accelerando l’interconnessione tra ricerca, innovazione e le politiche attive. Questo è strettamente legato alla medicina traslazionale, quella con le più rapide ricadute sul cittadino».

«Il cancro – ricorda il professor Walter Ricciardi, presidente del Mission Cancer Board - è una delle cinque principali sfide che la società si trova ad affrontare. In Europa viene diagnosticato il 25% di tutti i tumori del mondo, pur avendo appena il 10% della popolazione mondiale. Se non prendiamo provvedimenti, entro il 2035 il numero di casi di tumori aumenterà del 25%».

«Lo slogan che ci siamo dati - prosegue Ricciardi - è “salvare più di 3 milioni di vite entro il 2030” e intendiamo avvicinarci il più possibile a questo obiettivo, attraverso cinque aree di intervento: comprensione, prevenzione, diagnosi e trattamento, qualità di vita, accesso equo alla diagnosi e ai trattamenti. Un programma il nostro che si articola in 13 punti (“raccomandazioni”), che si basano su tre pilastri: prevenzione, ottimizzazione di diagnosi e cura, supporto alla qualità della vita».

Le raccomandazioni investono gli ambiti di ricerca, prevenzione, diagnosi e cura, qualità della vita dei pazienti, ma anche dei survivor e dei care giver, equità di accesso alle cure, patologie oncologiche in età pediatrica, collaborazione con il privato, creazione di formule innovative come i living lab focalizzati sull’oncologia, la comunicazione.

«Diffondere l’innovazione, incoraggiare la collaborazione, rafforzare la competitività e creare ricchezza nel senso più ampio del termine – prosegue il professor Walter Ricciardi – sono questi gli obiettivi della Mission Board for Cancer che ora coinvolge direttamente anche i cittadini, che devono essere al centro di ogni sistema di Sanità Pubblica. La Commissione europea sta avviando programmi che rendano il più possibile partecipi tutti gli attori dell’Unione, in primis i cittadini, fin dalla progettazione dei percorsi e dei programmi. È importante identificare le aree progettuali e definire gli obiettivi insieme a tutti gli attori del sistema, per poi elaborare i programmi, costruire i progetti e allocare risorse, basandosi sui temi fondamentali: a partire dalla prevenzione fino alle interconnessioni di ricerca e le innovazioni nella clinica».

Costruire dunque una grande alleanza, trasmettendo puntualmente i risultati della ricerca, in un linguaggio comprensibile anche per i non addetti ai lavori, per permettere a tutti di partecipare a questo progetto, non da spettatori, ma da protagonisti attivi. 

Tra le eccellenze della ricerca italiana, spiccano i progetti per la realizzazione di pannelli genici per studiare i tumori, facendone una profilazione che vada oltre l’apparenza istologica e per lo studio dei polimorfismi che alterano il metabolismo dei farmaci. «È quello di cui si occupa il Progetto Gersom – ha ricordato il professor Ruggero De Maria Marchiano, presidente di Alleanza contro il cancro – un’iniziativa finanziata da ministero della Salute e finalizzata allo studio della diagnosi genomica congiunta di rischio genetico e di sensibilità ai nuovi farmaci nelle neoplasie del seno, ovaio e colon». Un progetto, questo, che si avvale di una serie di alleanze, dalle associazioni di pazienti, all’Istituto nazionale di fisica nucleare per server, storage e connettività. Ma è solo l’inizio. In fase di realizzazione è la creazione di un consorzio con vari Cancer Center europei per realizzare un istituto europeo digitale per studi di outcome e identificazione di evidenze da analisi di real world data (il Digital Institute for Cancer Outcome Research, Digicore); lo scopo è quello di raccogliere dati al fine di generare real world evidence che forniscano informazioni alla ricerca e alle aziende pharma per vedere come performano i loro farmaci nella pratica clinica.

«Infine - conclude De Maria Marchiano - partendo da un’iniziativa di Nello Martini, stiamo lavorando ad un documento di consenso sullo sviluppo e l’organizzazione della oncologia mutazionale in Italia. Molti pazienti fanno terapie off label, mentre molti farmaci potrebbero essere riposizionati e somministrati con efficacia e sicurezza ai pazienti, sulla base di una profilazione genomica di alta qualità».