Tito Caffi al suo lavoro di ricercaNel 2008 la Peronospora ha falcidiato intere aree viticole in tutto il centro-nord, provocando danni ingentissimi alla produzione vitivinicola. Diffusa in tutte le aree del mondo, rappresenta una delle più gravi patologie  in grado di colpire la vite: fondamentale per bloccarne l’azione distruttiva è contenere la malattia già dai primi focolai d’infezione stagionali con trattamenti antiparassitari. Su questo tema ha concentrato la sua tesi di dottorato Tito Caffi, uno dei 17 dottori di ricerca Agrisystem protagonisti il 23 aprile a Piacenza del primo PhD Day della Scuola di dottorato per il Sistema agroalimentare della Cattolica.

Durante il suo percorso di studio Tito Caffi ha partecipato al gruppo di ricerca del professor Vittorio Rossi che lavora all’elaborazione di un nuovo modello per simulare la dinamica delle infezioni primarie di Peronospora viticola. «Questo modello, utilizzando i dati meteorologici, simula il ciclo biologico del fungo e segnala in tempo reale le possibili infezioni. Fornisce inoltre una serie di informazioni intermedie che consentono di seguire in itinere la successione delle diverse fasi del processo infettivo», spiega il neo-dottore di ricerca che ha trascorso più di tre mesi, nell’estate 2009, in Canada, in un centro di ricerche governativo del Quebec. Un’esperienza preceduta da una permanenza di tre mesi all’Accademia nazionale delle scienze di Budapest, maturata sempre nell’ambito del dottorato Agrisystem.

«Solo controllando le prime infezioni stagionali è possibile limitare i danni alla produzione, specialmente durante i cosiddetti “anni da peronospora”, caratterizzati da abbondanti piogge e temperature particolarmente miti - spiega ancora Caffi -. Questo sistema può essere utilizzato come supporto alle decisioni per i trattamenti in vigneto. Il modello è stato messo a punto e ampiamente validato in diversi areali viticoli italiani, europei e del Nord America».

Un primo importante risultato Tito lo ha già ottenuto: il modello è stato infatti integrato nel sistema di previsione e avvertimento del Servizio fitosanitario regionale dell’Emilia-Romagna ed è in fase di studio anche in altre Regioni. Le informazioni generate da questo modello contribuiranno in questo modo a razionalizzare i trattamenti in vigneto, indirizzando la viticoltura del terzo millennio verso l’approccio più  sostenibile del “trattare tempestivamente e solo quando serve”.

Il suo futuro ora, oltre che nella ricerca in Università Cattolica, è anche nel mondo dell’impresa: Tito è infatti uno dei soci fondatori di Horta srl, società spin-off che si occupa della valorizzazione dei risultati provenienti dalla ricerca attraverso il trasferimento dell'innovazione tecnologica alle realtà produttive nazionali e internazionali, nei settori delle coltivazioni agrarie intensive ed estensive, delle produzioni agroenergetiche, dei marchi di qualità, delle filiere agroalimentari, con particolare riferimento alla produttività, alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza alimentare.