Grande apprezzamento per la 10° Summer School dell’European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (ESCMID), la società scientifica che si rivolge a più di 33mila microbiologi e specialisti di malattie infettive in Europa e nel mondo organizzata per la prima volta a Treviso presso il Centro Studi Achille e Linda Lorenzon dell’Università Cattolica.

Alla Summer School, che si è svolta dal 2 al 9 luglio, articolata in lezioni educative, esercitazioni in piccoli gruppi e sessioni interattive tra studenti con un corpo docente internazionale, hanno partecipato circa 60 tra giovani medici che lavorano nel settore delle infezioni provenienti da università e ospedali di tutto il mondo, tra cui Sudafrica, Nepal, Australia, Filippine, Pakistan e Russia realtà diverse geograficamente distanti con situazioni politiche, sociali economiche diverse ma con un unico modello di formazione. I lavori si sono aperti, sabato 2 luglio con l’intervento di Roberto Cauda dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, direttore della Clinica delle Malattie infettive dell’Università Cattolica di Roma promotore della Summer School, insieme a Giampiero Carosi dell’Università di Brescia e Patrice Nordmann dell’Università di Parigi.

«Non è stato un solo un semplice corso di aggiornamento – ha detto l’infettivologo della Cattolica Cauda - ma un vero e proprio momento di riflessione dove abbiamo potuto fare il punto sulla lotta alle malattie infettive con una conoscenza ed esperienza globale per comprendere ed esplorare le nuove modalità e migliorare le risposte alle malattie infettive. Sette giorni intensi che hanno visto esperiti internazionali discutere su temi di particolare attualità e di ampio interesse scientifico. In particolare – prosegue – sono stati affrontati temi di grande attualità e importanti risvolti di sanità pubblica, quale l’antibiotico-resistenza dei batteri responsabili di infezioni sia comunitarie che nosocomiali, l’influenza, l’epatite virale, la patologia infettiva dell’ospite fragile, per citarne solo alcune».

«Nella logica di una Summer School abbiamo però privilegiato la formazione – continua Cauda – per rafforzare nei medici partecipanti quel concetto di evidence-based che oggi regola la medicina moderna. 60 medici discenti hanno studiato, analizzato, condiviso le nuove tecnologie che stanno cambiando il modo, la velocità in cui vengono diagnosticate le infezioni e come è possibile migliorare il trattamento del paziente e le cure».

La Summer School ha puntato l’attenzione sulle tematiche di malattie infettive con l’obiettivo di favorire non solo l’apprendimento, ma soprattutto gli scambi culturali tra medici che provengono da realtà e situazioni diverse. Sono intervenuti tra gli altri: Claudio Dario, direttore della USL 9 di Treviso, Piergiorgio Scotton, responsabile del reparto di malattie infettive dell’Ospedale Ca’ Foncello e Giuseppe Cornaglia, presidente dell’ESCMID.