John Truby e Laurie Hutzler, celebri script consultant americani; Carlo Brancaleoni, RaiCinema; Luca Bernabei, LuxVide; Giorgio Diritti, Gennaro Nunziante e Massimo Venier, registi; Marco Doppierio, 20thCentury-Fox; Giacomo Poretti, attore comico. Sono solo alcuni dei protagonisti della sesta edizione del master in Scrittura e Produzione per la Fiction e il Cinema che dal 2002 prepara con successo figure professionali nel campo della scrittura e della produzione cinematografica e televisiva. Questa edizione, che si è conclusa con una cerimonia finale il 29 novembre scorso, ha anche avuto il privilegio di essere inaugurata da un ospite di spicco come David Seidler, sceneggiatore Premio Oscar del film Il Discorso del Re.

È stato un anno intenso, di quelli che ti sembrano densi il doppio, di quelli in cui ogni giorno impari qualcosa di nuovo, e lo impari da grandi professionisti, confrontandoti con tutti gli aspetti del settore, da quelli creativi a quelli più gestionali, alternando teoria e pratica, ascolto e azione. Perché l’intrattenimento è un business serio. Molto serio. E come tale richiede molta determinazione e molta voglia di mettersi in gioco, caratteristiche che indubbiamente hanno contraddistinto gli allievi del master di quest’anno e che hanno permesso alla maggior parte di loro di inserirsi fin da subito nel mondo del lavoro.

C’è chi, come Rachele Mocchetti, per diverse settimane è stata al lavoro su Don Matteo, fiction principe del palinsesto Rai, aggiungendosi al foltissimo numero di ex-allievi che hanno collaborato alle ultime annate di questa serie: dalla produttrice creativa Sara Melodia, al supervisore delle sceneggiature Mario Ruggeri, dallo story editor Gabriele Cheli a almeno una decina di autori di soggetti e sceneggiature di puntata. «I mesi trascorsi sono stati una vera e propria palestra: con impegno e fatica ho potuto sperimentare cosa significa essere uno story-editor racconta Rachele - . Sto ancora riempiendo la mia valigia di esperienze utili sia a livello umano che lavorativo, aperta alle sfide che verranno».

 

 

Ad avere già un contratto con la LuxVide ci sono anche Elena Santoro, al lavoro sulla seconda stagione della serie animata Jules Verne, e Silvia Leuzzi, che lavora invece sulla nuova serie di Che Dio ci aiuti. Fra gli altri allievi che a pochi giorni dalla fine del master avevano già contratti di lavoro ci sono anche Enrico Rubetti, autore di una trasmissione di intrattenimento per Mediaset, e Rosita Rusconi, che dopo uno stage è stata confermata nella redazione di una delle reti del gruppo Mediaset. Eleonora Bruno ha potuto collaborare al progetto di Gabriele Salvatores e Indiana Productions Italy in a Day, mentre Carlo Resca è stato assunto dal settore publishing di Disney. Chi invece era interessato alla produzione ha potuto fare esperienza sul set di serie come Le mani sulla città (Taodue), La bella e la bestia (LuxVide) e i Cesaroni (Publispei).

Quest’anno il master ha avuto poi un taglio particolarmente internazionale: Maria Chiara Oltolini ha ottenuto un contratto di un anno presso un produttore di animazione britannico, che è anche docente al master, Robin Lyons, mentre cinque altri allievi hanno vinto un bando della Regione Lombardia e si sono sparpagliati fra Londra, Copenhagen, Lisbona, Vila do Conde e Stoccolma per effettuare un periodo di stage presso altrettante case di produzione e sviluppare progetti innovativi da importare poi in Italia.

E gli aspiranti sceneggiatori? Quelli si sa, lavorano nell’ombra, ma in modo tutt’altro che improduttivo. Come Gabriele Guariso e Matteo Menduni, il cui lavoro finale del master ha meritato un contratto da parte della società di produzione di Carlo Macchitella (già direttore generale di RaiCinema) per lo sviluppo della sceneggiatura. E già sognano di vederlo sullo schermo.

L’elenco sarebbe ancora lungo, ma la sensazione è che la sesta edizione del master sia iniziata alla grande e si sia concluso col botto, presagendo l’avvio di numerose brillanti carriere. E guardando all’aspetto più prettamente umano, è evidente che non si è trattato di un semplice anno di studio, ma un anno di vera crescita personale. «C’è solo una parola per definire gli ultimi mesi della mia vita: cambiamento - dice Silvia Leuzzi - . È proprio vero che per cogliere al volo le opportunità della vita devi essere tu il cambiamento che insegui. È sui banchi del master che abbiamo imparato a tendere lo sguardo sulle sfide che ci aspettano senza paura».

Durante un anno così intenso si sono forgiate grandi amicizie, di quelle che durano. Anche se dispersi su mille fronti, ci si sente via mail, via skype, su facebook e appena possibile ci si vede. Si scrive insieme, si fanno progetti, ci si scambiano idee. E vedendo il percorso dei colleghi che dal 2002 a oggi li hanno preceduti, non si ha solo la sensazione che stiano nascendo tanti promettenti progetti, ma che siano sbocciate anche tante amicizie che rimarranno per sempre.