Engaging the reader, catturare il lettore. Una sfida costante per gli editori che si trovano a operare in un mercato in continua evoluzione, in cui i nuovi approcci ipertestuali e multimediali rischiano di soppiantare i modi di lettura tradizionali. Come fare quindi a fronteggiare questo fenomeno favorendo nel modo migliore il dialogo tra pagina e schermo? Quali sono le nuove competenze utili a chi lavora nel settore? Sono le domande alla base del workshop promosso il 13 novembre in aula Pio XI a Milano dal master in Professioni editoria, dedicato alle Convergenze della lettura. La convinzione, infatti, è che proprio la convergenza tra le due facce dell’editoria, e non la divergenza, sia la condizione necessaria per affrontare i cambiamenti e creare un prodotto editoriale di qualità, veicolandolo al meglio, nel rispetto delle esigenze del lettore.

Il folto pubblico di studenti, editori, bibliotecari e giornalisti ha seguito con interesse e partecipato attivamente al dibattito da cui sono emersi diversi spunti di riflessione. Dopo i saluti dei professori Edoardo Barbieri e Giuseppe Frasso e del direttore della sede milanese Mario Gatti, la giornata si è aperta con l’intervento di Valentina Kalk, responsabile edizioni Onu, che ha raccontato l’esperienza di un’importante istituzione che ha fatto della convergenza uno dei pilastri della propria politica editoriale. Social marketing, elaborazione di dati, gestione delle operazioni, visione e strategia sono ormai indispensabili. «Ma il digitale», ha precisato, «è stato introdotto puntando su elementi di continuità, senza traumi», permettendo alla figura dell’editore di mantenere invariate numerose e importanti funzioni. Il manoscritto resta valido, ma come punto di partenza in direzione di ebooks, apps interattive, print on demand.

Anche Mario Bardazzi, giornalista e digital editor de «La Stampa», ha raccontato la nuova struttura convergente della redazione torinese, in cui la continuità tra carta e web garantisce il flusso costante dei contenuti. Cristina Mussinelli dell’Associazione italiana editori e Gino Roncaglia dell’Università della Tuscia, hanno illustrato al pubblico, composto da numerosi giovani, le nuove competenze necessarie: «Il digitale diventa una componente trasversale a tutti i settori», ha spiegato la Mussinelli. «Mentalità aperta all’innovazione, unita alla curiosità e all’uso delle nuove tecnologie sono i nuovi requisiti richiesti»; non bisogna però dimenticare, come ha sottolineato Gino Roncaglia, che il lettore è un po’ disorientato dalla ricca varietà di prodotti e di canali.