Pubblichiamo una sintesi dell'intervento/intervista che il Sole 24 Ore nella sezione Quotidiano lavoro ha condotto con il professor Marco Marazza, giuslavorista della facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica


Per le aziende diverse da quelle sanitarie, il rischio Covid non è un rischio specifico, ma, come prevede il protocollo sottoscritto dalle parti sociali lo scorso 14 marzo - e come ribadito da Ispettorato nazionale del lavoro e regione Veneto - è un rischio generico di natura emergenziale, non fronteggiabile con mezzi e poteri ordinari.

Il professor  Marco Marazza, intervistato dal Quotidiano Lavoro del Sole 24 Ore, spiega che «il punto è che il codice civile impone al lavoratore di adottare tutte le misure che secondo le teorie scientifiche prevalenti sono idonee a tutelare la salute del lavoratore. Ma qui, per un verso, siamo di fronte a un rischio di natura generica che esiste nei luoghi di lavoro come a casa. E, per l’altro, sono state definite dall’autorità le misure cautelari idonee a prevenire il rischio di contagio sulla base di indicazioni formulate sulla base delle teorie scientifiche prevalenti. Certamente si tratta di misure che potranno e dovranno essere aggiornate dall’autorità governativa, in base all’evoluzione degli studi medici, ma altrettanto certamente non si può chiedere al datore di lavoro di individuarne altre andando lui a cercare quale è la tesi scientifica prevalente nel panorama mondiale».

In questo quadro, secondo il professor Marazza, sarebbe opportuna una norma che chiarisca obblighi e reponsabilità del datore di lavoro e dell’impresa e tutele del lavoratore.

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