Offrire supporto, superare le difficoltà, provare a non lasciare indietro nessuno: sarebbe possibile descrivere così, in breve, la missione dei Servizi d’integrazione dell’Università Cattolica. Benché possa usufruirne chiunque ne faccia richiesta, in pochi tra gli studenti dell’ateneo conoscono però l’attività e l’impegno degli uffici preposti ad un simile compito. Perché, allora, non organizzare un incontro per rendere pubblici entrambi?

Detto, fatto. Al webinar – tenutosi lo scorso 25 novembre e moderato da Fabrizio Cappelletti, coordinatore dei Servizi per l’integrazione – la risposta degli studenti in procinto di iniziare il proprio percorso triennale o magistrale è stata partecipe e, più importante ancora, interessata. Alla base della discussione è stata posta la preoccupazione per la crescita – quasi triplicata nel corso degli ultimi cinque anni accademici – del numero di iscritti affetti da disturbi specifici dell’apprendimento (D.S.A), un allarme di fronte al quale urge non farsi trovare impreparati, mettendo a disposizione strumenti compensativi.

Supporto nel disbrigo delle pratiche amministrative, consulenza pedagogica e aiuto tecnico per quanto riguarda la strumentazione informatica: queste le tre linee-guida attorno alle quali l’ufficio svolge il proprio lavoro quotidiano di sostegno in ogni distretto, da Milano a Brescia, da Piacenza a Roma. Con un occhio di riguardo verso le criticità incontrate dagli studenti, per affrontare le quali «non esistono strategie precise ed efficaci a priori» – come sottolinea Mara Cabrini, consulente pedagogica – ma «diagnosi valide caso per caso, da adattare sulle capacità della singola persona, sul suo percorso formativo e sulle modalità di apprendimento più adatte per portare a termine il piano di studi».

Sui banchi, in fondo, a tutti può capitare di dover prendere atto delle proprie carenze rispetto alle materie di studio, all’acquisizione di conoscenze e competenze specifiche, addirittura in relazione all’orientamento iniziale verso la facoltà, spesso scelta a scatola chiusa. Di fronte a casi del genere, l’Università Cattolica non rimane indifferente né resta con le mani in mano.

Testimonianze rilevanti in questo senso sono arrivate da due ex alumni. Entrambi hanno raccontato, nei rispettivi interventi, la propria esperienza, facendo riferimento agli ostacoli incontrati e oltrepassati grazie al soccorso prestato loro dai Servizi d’integrazione, concludendo con un invito al coraggio: occorre essere ambiziosi e puntare in alto, cogliere ogni opportunità, cercare sempre il confronto con colleghi e docenti.