Il testo che segue è un estratto del secondo numero dell’Osservatorio Monetario dell’Università Cattolica, coordinato dal professor Angelo Baglioni, interamente dedicato allo stato dell’arte dell’educazione finanziaria in Italia. Il rapporto raccoglie anche i contributi di Paola Bongini, Doriana Cucinelli, Giuseppe D’Agostino, Patrizia De Socio, Alvaro Fuk, Pasquale Munafò, Giovanna Paladino, Emanuela Rinaldi.

di Annamaria Lusardi

In tutti i paesi e, in particolare nei paesi sviluppati, stanno avvenendo enormi cambiamenti con profonde ripercussioni sull’economia e sulle piccole e grandi decisioni che ciascun cittadino è chiamato a compiere nel corso della vita. L’aumento della speranza di vita e la diminuzione della natalità sono due spinte demografiche destinate a mutare profondamente gli incentivi che guidano le scelte in materia di risparmio privato, assicurazioni e previdenza. Una più alta aspettativa di vita richiederà una diversa pianificazione del proprio futuro. I mercati finanziari sono diventati sempre più complessi, e l’offerta di prodotti che il cittadino può scegliere si è ampliata.

L’avvento della tecnologia e dei servizi digitali sono destinati a trasformare radicalmente le abitudini dei cittadini e l’attività delle imprese e avranno un forte impatto nel settore finanziario, come parte di un più ampio processo di digitalizzazione dei consumi e dei processi produttivi che coinvolge l’intera economia. Anche il mercato del lavoro è cambiato e si attendono continui cambiamenti nel futuro. In altre parole, stiamo assistendo a profondi cambiamenti che coinvolgono non solo il mercato, ma una pluralità di mercati. I mutamenti non sono temporanei o ciclici, ma strutturali e richiedono che gli individui abbiano un insieme di conoscenze e competenze finanziarie diverse rispetto al passato, necessarie non solo alla popolazione adulta, ma anche ai giovani. 

Un’economia avanzata che affronta questi cambiamenti ha bisogno di cittadini con un livello base di conoscenza finanziaria. Le basse conoscenze finanziarie degli italiani sono testimoniate da molte indagini, come ad esempio l’indagine sull'Alfabetizzazione e le Competenze Finanziarie degli Italiani (Iacofi) condotta dalla Banca d’Italia a inizio 2017, che mette in evidenza la scarsa alfabetizzazione finanziaria degli Italiani.  Nei confronti internazionali, l’Italia si colloca spesso molto in basso, mostrando una bassa conoscenza finanziaria in ampi strati della popolazione. 

La bassa conoscenza finanziaria ha alti costi, che sono stati messi ancor più in evidenza dalle crisi finanziarie. Da un lato, le crisi hanno reso esplicito il costo per l’individuo e per la società di scelte finanziarie sbagliate. Hanno anche evidenziato che, quando i costi diventano particolarmente alti e toccano grandi strati della popolazione o gruppi particolarmente vulnerabili, lo Stato è chiamato ad intervenire, con conseguenze su tutti i cittadini e, nei casi più gravi, sulla stabilità finanziaria. 

Per questo motivo, nell’agosto 2017, è stato istituito il Comitato per la programmazione ed il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (di seguito indicato come Comitato) con decreto del Ministro dell’Economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con quello dello sviluppo economico, con il compito di dare attuazione alla “Strategia Nazionale per l'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale”. 

Circa 70 paesi, secondo l’Ocse, hanno realizzato o stanno realizzando una strategia nazionale per l’educazione finanziaria. L’Italia si allinea dunque a molti paesi, per lo più economie sviluppate, che si sono occupati del tema. Questa necessità è quindi sentita ed è possibile imparare dall’esperienza o dalle ‘best practice’ degli altri. Vari paesi sono già alla terza versione della loro strategia nazionale, a dimostrazione che si tratta di un processo dinamico che deve essere continuamente migliorato nel tempo. 

Gli studi e l’esperienza di lavoro in molti paesi dimostrano che nel mondo di oggi, l’abc della finanza è necessaria come il sapere leggere e scrivere. Ci serve per capire il mondo intorno a noi, per decidere bene, per vivere meglio. Per questo la Strategia nazionale per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale e il suo piano di attuazione rappresentano un’occasione cruciale per il Paese. Costituiscono l’opportunità di fornire a tutti i cittadini alcuni degli strumenti oggi indispensabili per costruire un futuro sereno, sicuro e sostenibile per sé e per le proprie famiglie.

* direttore Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione