Abbiamo assistito in questi mesi a una vera e propria “alluvione normativa”, quale conseguenza - non l’unica - della pandemia. Tra le infinite tematiche toccate dai cosiddetti decreti Covid che si sono succeduti dai primi di marzo a oggi, e che non accennano a terminare (con numerosi accavallamenti tra conversione di decreti in scadenza ed emanazione di decreti nuovi) un posto di sicuro rilievo spetta alla questione fiscale.

«Che si trattasse di prorogare termini di pagamento di imposte, rinviare scadenze varie, introdurre crediti d’imposta, consentire nuove detrazioni o deduzioni, in ogni caso la materia tributaria l’ha fatta e continua a farla da protagonista anche nella pandemia» afferma il professor Marco Allena, docente di Diritto tributario alla facoltà di Economia e Giurisprudenza e promotore dell’incontro online Decreti Covid-19 e novità fiscali a cui parteciperà martedì 9 giugno anche il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. «Con il seminario proveremo a fare il punto sullo stato delle misure fiscali a oggi introdotte, in vista di quelle future e con uno sguardo al sistema nel suo complesso».

Possiamo dire che l’emergenza Covid-19 sia stata un’occasione per rivedere alcuni aspetti del nostro sistema tributario? «È evidente che la contingenza sanitaria ed economica in questo momento abbia la prevalenza su ogni altro ordine di considerazioni, soprattutto per quel che concerne gli interventi fiscali di tipo immediato, che siano cioè di ausilio a questa o a quella categoria. Ma è altrettanto evidente che occorre una attenta riconsiderazione dei profili più generali dell’ordinamento tributario, che già prima di questa fase non brillava sicuramente per sistematicità e ragionevolezza. La pandemia, meglio, la ricostruzione post pandemia potrebbe essere veramente l’occasione per inaugurare una stagione di riforme, vere e strutturali, anche in campo fiscale».

Professor Allena, ci illustri sinteticamente alcune delle linee che si possono immaginare con riferimento a un’eventuale stagione di riforme. «Innanzitutto, un nuovo rapporto Fisco-contribuente, al quale l’utilizzo delle nuove tecnologie ha aperto frontiere prima impensabili: la crisi ha dimostrato che quanto sembrava irrealizzabile in realtà è possibile, e questo semplificherà enormemente anche in futuro le relazioni tra le due parti del rapporto (basti pensare ai contraddittori via video, alle varie tipologie di istanze accettate anche via email, a tutte le semplificazioni imposte dalla pandemia e sulle quali non si tornerà più indietro)».

La lotta all’evasione fiscale avrà un nuovo impulso? «La spinta forse finalmente decisiva ai pagamenti elettronici o comunque in maniera tracciata, che restano un mezzo imprescindibile nella lotta all’evasione fiscale, e che pare ora entrino nel “costume” degli italiani».

Pensa si possa immaginare nel breve periodo un intervento sistemico sul fisco italiano? «La presa di coscienza, si spera definitivamente, della non rinviabilità di una serie di interventi che diano l’accelerata decisiva all’economia circolare e sostenibile, mediante misure fiscali che non siano minute ed episodiche, ma veramente di sistema. Questo dal punto di vista generale è probabilmente il tema più delicato, sul quale si giocherà la crescita dei prossimi anni e l’immagine del Paese. Non è pensabile che una buona parte delle risorse che perverranno nei prossimi mesi mediante i vari interventi europei (a vario titolo) non venga impiegata su questo versante. E a questo proposito il nuovo corso di laurea di Management della sostenibilità che proprio quest’anno prende l’avvio presso la nostra Facoltà di Economia e Giurisprudenza pare preveggente».