È un incarico che tradizionalmente l’Italia affida a un professore ordinario e per la prima volta è stato affidato a un docente di una Università lombarda. Da lunedì 25 maggio Francesco Bestagno, docente di Diritto del commercio internazionale e di Diritto dell’Unione europea alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica, sarà il nuovo Consigliere giuridico presso la Rappresentanza permanente dell’Italia all’Unione europea (la qualifica ufficiale è di “Addetto agli Affari Giuridici”).

Un incarico prestigioso cui il professore dell’Università Cattolica è arrivato dopo una selezione alla Farnesina, che ha portato alla sua nomina da parte del Ministro degli Affari Esteri. L’incarico dura due anni rinnovabili, è a tempo pieno, comporta una mole di lavoro molto ampia e anche una continua reperibilità, in ogni momento in cui ci sia la necessità di rispondere a uno degli altri 26 Stati membri o a una delle Istituzioni.

«Il Consigliere giuridico aiuta a definire la posizione dell’Italia di fronte a ciascuna delle istituzioni dell’Unione europea e agli altri Stati» afferma il professor Bestagno, spiegando il senso dell’incarico che sta per assumere.

Che funzione svolge la Rappresentanza permanente d’Italia all’Ue? «Ogni Stato membro ha una sua Rappresentanza diplomatica presso l’UE, retta da un Ambasciatore che è il Rappresentante permanente al più alto grado. Rappresenta il Governo nazionale, nonché i soggetti pubblici e privati italiani che hanno necessità di tutelare i propri interessi in seno all’UE. È un’articolazione del Ministero degli Affari esteri e per la Cooperazione internazionale ed è particolarmente importante perché garantisce un legame continuo tra il Paese e le Istituzioni europee. Proprio il carattere “permanente” della Rappresentanza è fondamentale, perché consente di mantenere rapporti continuativi e stabili - anche sul piano personale - con gli altri Stati membri e i funzionari europei, dato che i vari Ministri sono invece ovviamente stabilmente presenti nelle rispettive capitali». 

Come svolge la sua funzione? «Le riunioni delle Rappresentanze sono così importanti che il Comitato che le riunisce, il Coreper, è stato riconosciuto nei Trattati. Il Coreper prepara le riunioni e i dossier del Consiglio dell’UE, di cui fanno parte i Ministri competenti degli Stati membri quasi per ogni materia. Il lavoro quotidiano avviene proprio qui, dove si svolgono continui negoziati su tutte le materie tra tutti gli Stati membri».

Ma la Rappresentanza non cura solo i rapporti in seno al Consiglio dell’UE… «Infatti, è anche il primo canale con cui la Commissione europea comunica con l’Italia. Anche quando vi è la possibile comunicazione di un’infrazione da parte del nostro Paese, la Rappresentanza si confronta con la Commissione per illustrare le posizioni dell’Italia, con la consulenza del Consigliere giuridico».

Quale sarà il suo ruolo? «Il Consigliere giuridico contribuisce alla formazione della posizione italiana affrontando i profili giuridici di qualunque questione in cui si riveli necessario. E poiché il vero potere dell’Unione europea è di tipo normativo - a differenza degli Stati membri che esercitano una gamma di poteri ben più ampia - l’azione della Rappresentanza e del Consigliere giuridico può riguardare tutte le materie, dalle questioni istituzionali al commercio estero, dall’immigrazione agli aiuti alle imprese, solo per fare qualche esempio».

Lei arriva a Bruxelles in un momento particolare per l’Unione europea. «Sono consapevole di andare a lavorare in tempi particolarmente delicati per il futuro dell’Unione perché occorre affrontare situazioni oggettivamente difficili che diversi Stati membri fanno fatica a fronteggiare, specie a seguito dell’emergenza sanitaria, che a sua volta ha fatto seguito alla crisi finanziaria ed a alle questioni migratorie: una situazione nella quale si gioca il ruolo dell’Ue nel sostenere gli Stati membri più in difficoltà al loro interno».