Ventidue avvocati collegati in contemporanea via Skype dai propri uffici, un magistrato “informatico” e sei studenti del quarto e quinto anno del corso di laurea in Giurisprudenza magistrrale della sede di Piacenza dell’Università Cattolica. Questi i protagonisti dell’udienza digitale completamente online nata in meno di tre giorni grazie al giudice Pierpaolo Beluzzi con il contributo dei suoi studenti. 

In piena emergenza Covid-19, difensori e parti civili, si sono collegati contemporaneamente via Skype dai loro studi di Catanzaro, Piacenza, Catania e Napoli, Milano e Lodi con il gup Pierpaolo Beluzzi per la maxi indagine su un traffico internazionale di farmaci, principalmente oncologici, antivirali e destinati a cure particolari, durante la quale sono stati recuperati medicinali sottratti a ospedali pubblici. Giudice a Cremona e pioniere del digitale, Beluzzi insegna a Piacenza Sistemi digitali per il processo, un insegnamento all'avanguardia attivato nel profilo "Ditritto e innovazione digitale", un percorso innovativo nel corso di laurea magistrale di Giurisprudenza di Piacenza dell’Università Cattolica. «Basta una email, una piattaforma e tanta creatività. In meno di tre giorni, con il contributo a lezione (in streaming) dei miei studenti universitari, è stata realizzata, partendo ex novo, una soluzione facilmente replicabile per la completa realizzazione e gestione di un'udienza digitale completamente online».

Mentre la discussione scorreva sul video nei sottotitoli attivati dalla pagina Skype, il cancelliere ha condiviso lo schermo e il verbale, inserendo le conclusioni, le richieste di patteggiamento, le istanze. Il tutto anche su Smartphone e Tablet tramite App gratuite. E il processo digitale si è popolato di emoticon. Pollice in su per condividere una decisione, pollice verso per contestarla.    

Da una sola email (Pec) da 5 euro e una firma digitale in remoto ne è nata un’intera udienza online perfettamente compatibile con il Codice di Procedura Penale e il Codice dell’Amministrazione Digitale, accedendo a servizi gratuiti di soluzioni di telepresence e di condivisione – gestione di documenti digitali, oltre a utilizzare normali software di uso comune su qualsiasi pc. 

Una classica soluzione win win, come testimoniano Anna Pozzoli e Francesco Casati, studenti del quarto e quinto anno. «La tecnologia digitale snellisce i processi, grazie alla circolazione di dati in tempo reale garantendo un notevole contenimento dei tempi e un conseguente risparmio economico per le Istituzioni e le parti coinvolte. Come nativi digitali ci sentiamo chiamati a trasferire queste competenze nel mondo giustizia».” «La sfida più rilevante – dice  Lorenzo Pagliari - è stata assicurare a pieno il rispetto delle garanzie essenziali riconosciute dalla Costituzione e dal Codice di Procedura Penale (in particolare, il diritto di partecipazione in tutte le sue sfaccettature), coordinandoci anche con le disposizioni del Codice dell'Amministrazione Digitale: nessuno di noi era convinto di poter arrivare a un risultato così soddisfacente e innovativo, che, se perfezionato, potrebbe rivoluzionare l'intero sistema di amministrazione della giustizia». 

Dal punto di vista didattico Alessandro Esposito parla di «un’ottima esperienza: abbiamo potuto ‘sporcarci le mani’ mettendo in pratica quanto studiato con un approccio creativo, che ha influenzato e implementato le nostre conoscenze. Il mondo digitale è destinato in futuro a scardinare i vecchi sistemi cartacei e formali dando vita a un sistema completamente diverso».

Lorenzo Mazza ha apprezzato la possibilità di approfondire la conoscenza delle varie piattaforme di telepresence “sistemi che sono stati fondamentali per la prosecuzione anche del nostro corso di studi in questo particolare momento storico”. “Del resto - conferma Stefano Donno - la domanda sul processo telematico, in sostanza, non dovrebbe essere “perché utilizzarlo?” ma “perché non farlo?”.