«Un incoraggiamento a quanti si rendono conto della problematica educativa che si nomina come emergenza». Monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, saluta con queste parole l’attivazione per l’anno accademico 2019/2020 del Corso di alta formazione “La qualità dell’educare negli oratori, nato dalla stretta collaborazione tra la Conferenza episcopale lombarda (per il tramite di Odielle – Oratori Diocesi Lombarde) e la facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, presentato giovedì 12 dicembre nella sede di via Nirone 15. 

«La chiesa ha una lunga tradizione di riflessione su questo tema in contesti molto diversificati – ha osservato l’arcivescovo di Milano –. Noi abbiamo dei grandi santi educatori che hanno interpretato l’emergenza educativa come una vocazione, cioè hanno messo in gioco la loro vita e si sono sentiti chiamati da ragazzi, adolescenti, giovani smarriti, marginali, trasgressivi, e hanno trovato percorsi promettenti. Adesso, però, si tratta di riconoscere le emergenze educative specifiche che presenta questo contesto». Pertanto, di fronte alle problematiche di oggi «siamo autorizzati a pensare, non a deprecare i tempi che viviamo, e siamo autorizzati a lasciarci interrogare dalla realtà in una società che è diventata multietnica e multireligiosa», ha esortato monsignor Delpini. 

«È questa dunque la sfida che si deve raccogliere a livello accademico», ha continuato monsignor Delpini. «Il percorso accademico, istituito da Odielle in collaborazione con l’Università Cattolica, è un modo con cui la Chiesa affronta l’emergenza educativa e l’accademia, cioè lo studio scientifico delle situazioni e dei problemi, è indispensabile per non essere improvvisatori, velleitari, per non essere gente che semplifica le situazioni o che invoca soltanto interventi di contenimento di emarginazione autoritari». 

In tutto questo per l’arcivescovo di Milano l’oratorio resta uno «strumento prezioso», che «stiamo cercando di studiare, di riqualificare, di rendere sempre più adatto. Non è però il toccasana di tutto: c’è un contesto che non si avvicina all’oratorio, che non entra in oratorio e quindi dobbiamo essere consapevoli che non possiamo perdere l’oratorio ma dobbiamo immaginare molti altri percorsi». 

In tale direzione si muove il Corso di Alta formazione che si avvarrà dell’apporto degli Istituti Superiori di Scienze religiose lombardi e del contributo di studiosi operanti in altre università lombarde, attenti alla valenza educativa degli oratori. Un’iniziativa dunque, ha ribadito monsignor Maurizio Gervasoni, vescovo di Vigevano e delegato per la Pastorale Giovanile della Conferenza episcopale lombarda, che «si colloca nell’ambito di un ripensamento del ruolo degli oratori nel diverso contesto sociale e culturale che stiamo vivendo. Gli oratori sono aperti a tutti e svolgono una funzione di servizio». Soprattutto a Milano e in Lombardia. Basta guardare i numeri: secondo i dati della Fondazione diocesana per gli Oratori Milanesi nella diocesi di Milano gli oratori sono quasi 1.000 mentre sono circa 3.000 in Lombardia contro una media nazionale di 9.000, il che vuol dire che un oratorio su tre è lombardo e uno su dieci è ambrosiano. 

Secondo monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, questa «proposta formativa va ad arricchire il servizio che la Chiesa fa alle nuove generazioni attraverso gli oratori». Senza dimenticare che gli oratori in questo momento intercettano tre questioni da non sottovalutare: l’emergenza educativa, la presenza di una forte comunità multietnica, che li rende luogo centrale per affrontare l’integrazione e, infine, l’aspetto del rapporto tra generazioni. 

Ecco perché, ha messo in evidenza  il preside della facoltà di Scienze della formazione dell’Ateneo Lugi Pati «avviare un percorso di formazione di questo tipo significa muoversi verso una forma di professionalizzazione del lavoro degli educatori da impiegare negli oratori in modo che attraverso di esso si possano perseguire tre obiettivi: il primo è far valere il valore della progettualità educativa anche negli oratori, il secondo è rappresentato dal fatto che attraverso questa figura si vorrebbe favorire e incrementare i rapporti di collaborazione tra parrocchia e famiglie, il terzo e ultimo obiettivo è rappresentato da un desiderio vivissimo nella facoltà di Scienze della formazione dell’Ateneo e cioè la riscoperta della comunità ecclesiale come luogo di vita e di proposta di valori».

Alla presentazione del percorso formativo erano presenti, tra gli altri, Pierpaolo Triani, professore ordinario di Pedagogia generale e sociale e direttore del corso, Stefano Guidi, direttore della Fondazione diocesana per gli Oratori Milanesi (Fom).


Foto in alto tratta dal sito della Fom (Federazione oratori milanesi)