“Cinquant’anni al servizio del fratello che soffre”. Questo il titolo scelto dagli “studenti del 1961-67” che sabato 5 novembre hanno promosso una cerimonia-incontro per celebrare, come per una emozionante festa di famiglia, il cinquantesimo compleanno della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica di Roma. Cinquant'anni prima, il 5 novembre 1961, questi studenti erano trepidanti di fronte a Papa Giovanni XXIII che era salito a Monte Mario per inaugurare solennemente il I anno accademico della storia della facoltà di Medicina.

Le allora matricole, oggi docenti della facoltà di Medicina, hanno voluto ricordare questo importante anniversario in una forma intima e comunitaria a cominciare dalla messa nella Chiesa Centrale concelebrata da monsignor Sergio Lanza e dagli assistenti spirituali della sede di Roma della Cattolica, e presieduta da monsignor Alessandro Plotti, Arcivescovo Emerito di Pisa, per tutti i presenti “don Sandro”, primo assistente spirituale della facoltà negli anni 1961-1972. Alla Messa hanno partecipato circa 300 tra ex studenti, ex dipendenti e rispettivi familiari. A seguire, l’incontro in aula Gemelli aperto dal saluto delle autorità accademiche: il rettore dell’Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, e il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Rocco Bellantone.

Domenico Lofrese, primo Segretario Accademico della facoltà e Mario Bertini, Docente di Psicologia e primo direttore del Collegio Joanneum, hanno portato le loro testimonianze. Tra gli ex alunni del primo anno alcuni volti noti quali Luigi Frati, rettore della Sapienza Università di Roma, e la senatrice Paola Binetti, che si sono ritrovati insieme a numerosi laureati di successo di quei primi anni di corso che hanno portato il loro ‘sapere’ in giro per l’Italia.

Un momento della cerimonia con il rettore della Cattolica Lorenzo OrnaghiL’incontro è stato anche occasione per presentare un volumetto di Monsignor Plotti “Un’avventura che diventa storia”. I cinquant’anni della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, edito da Ancora. Don Sandro, con questa testimonianza personale, al di là delle celebrazioni di questa ricorrenza, ha voluto sollecitare tutti coloro che operano nella facoltà a un sincero esame di coscienza e a una efficace rivisitazione di come in questi cinquant’anni gli ideali fondativi di questa istituzione siano stati condivisi, reinterpretati e rilanciati per un servizio, oggi urgente e insostituibile, alla Chiesa e alla società italiana: la formazione di medici che portino nella loro professione sensibilità umana, calore e passione, competenza ed equilibrio, per un’attenzione all’uomo malato, frutto di una adesione serena e convinta al Vangelo. Così come Padre Agostino Gemelli ha desiderato e voluto.

«Noi studenti del ‘61 – ha commentato a nome di tutti Giuseppe Leone, docente di Ematologia all’Università Cattolica di Roma - , abbiamo promosso questo incontro non solo per rivivere questo significativo anniversario tra amici, ma per far partecipi tutti coloro che sono venuti dopo di noi in questa facoltà, soprattutto i giovani ricercatori e gli studenti di oggi, e verificare se quegli ideali vissuti da noi allora, sono ancora oggi i valori ispiratori della loro presenza e della scelta di questa istituzione, voluta da padre Gemelli e da tutto il mondo cattolico italiano quale centro di formazione integrale di medici, che nella loro professione, portassero la testimonianza di onestà scientifica, rigore morale e adesione convinta alle istanze evangeliche». Tutti i partecipanti hanno ricordato l’esperienza in Cattolica come unica nella loro vita, per l’umanità delle persone che hanno incontrato durante il loro percorso di studi, per il rapporto amichevole con i docenti di allora e perché si sono sentiti parte della nascita e della crescita del sogno di padre Gemelli.

«Chi ha avuto come me la fortuna e il privilegio di poter studiare e conseguire il diploma di laurea in questa Facoltà - ha detto Luigi Cataldi, presidente dell’Associazione Necchi e matricola di Medicina nell’anno accademico 1963-64 - acquisendo una formazione professionale da molti riconosciuta di livello elevato, deve ringraziare il Signore, e i suoi genitori perché gli è stata offerta questa preziosa opportunità».

La giornata di incontro, di festa e di memoria è poi proseguita nel pomeriggio con il XXX Convegno degli ex allievi promosso dall’Associazione “Ludovico Necchi”, in cui alcuni ex allievi che hanno “celebrato” il loro ventesimo, trentesimo e quarantesimo anno di laurea, hanno portato i loro ricordi e mostrando immagini d’epoca.