Dalla direzione della scuola di polizia ai banchi dell’Università: è il percorso di Lorena Di Felice, commissario di polizia di Gallarate, che alla Cattolica ha conseguito il dottorato di ricerca in Pedagogia, consolidando di fatto la collaborazione tra l’ateneo e il ministero dell’Interno. In particolare, con la tesi Qualità della sicurezza in Europa: la formazione dell’operatore di Polizia come leva strategica per l’integrazione, la Di Felice ha monitorato la qualità dei programmi e dei progetti nella formazione del funzionario di Polizia. La ricerca, alla quale ha lavorato con la supervisione di Renata Viganò, docente di Pedagogia sperimentale, è stata commissionata dalla Direzione centrale per gli istituti d’istruzione del ministero dell’Interno. Nello specifico, propone un’analisi a livello macroscopico considerando le componenti storiche e politiche che hanno delineato il quadro attuale nel vecchio continente e analizza nello specifico i sistemi utilizzati in alcuni Stati europei.

Il tutto con una duplice finalità: oltre a essere percorso finale del dottorato di ricerca, ha prodotto risultati di interesse e utilità specifica per la Polizia di Stato. Insieme alla comparazione dei sistemi di polizia europei, infatti, la Di Felice ha delineato gli sviluppi possibili di un sistema di valutazione della formazione di polizia, con attenzione particolare ai criteri di applicabilità, sostenibilità, comparabilità e generalizzabilità per rendere proponibile una graduale diffusione in ambito europeo.

A portarla in Cattolica è stato, accanto al percorso istituzionale attivato con il ministero, il grande interesse per la formazione professionale maturato nel corso della carriera. Prima di intraprendere il percorso per il dottorato, il commissario è stata componente della Commissione paritetica prevista dall’Accordo di collaborazione stipulato tra l’Università Cattolica e il ministero dell’Interno per attività formative e di ricerca nell’ambito dei sistemi di formazione per operatori della Polizia di Stato.

«Questo percorso - spiega la Di Felice - mi ha permesso di acquisire competenze nuove in campi nei quali non ero specializzata. Il mio curriculum di studi era giuridico, perciò l’ambito e il punto di vista erano diversi. Con il dottorato ho assunto una nuova prospettiva». Oltre a fornire un contributo all’ente di appartenenza, la tesi della Di Felice è servita ad avviare anche un percorso a livello europeo. I corsi formativi con agenti di nazionalità diverse e le ricerche comuni hanno infatti portato un team di funzionari di vari organi di polizia ad approfondire il confronto tra le nazioni europee, rafforzando la cooperazione a livello comunitario avviata nel 2000. «Solo dal 2005 - sottolinea Di Felice - esiste una vera e propria accademia di Polizia europea sotto l’egida di Cepol con un budget autonomo, e quindi più indipendenza. A livello tecnico il percorso è a buon punto».

La carriera l’ha portata fuori dalla Scuola di Polizia ma le competenze assunte con il dottorato, assicura la Di Felice, sono indispensabili anche per l’attuale incarico, ricoperto dallo scorso settembre: «Assumere sempre la stessa prospettiva, come quella della formazione, dopo un po’ può dare una visione parziale. Alternando attività professionali differenti è possibile e avere una visione d’insieme più ampia e maggiore capacità di rendersi conto dei problemi». «Da commissario - conclude - mi sono resa conto che c’è un costante bisogno di formazione, ma che deve essere personalizzata. Si tratta di un approccio ancora non presente nelle scuole di Polizia, dove più che di regole generali e concetti teorici c’è bisogno di formazione continua».