Come integrare medicina personalizzata e prevenzione? A questa domanda ha dato un’autorevole risposta la Commissione Europea che ha deciso di dedicare al progetto "Personalized Medicine and the Prevention of Chronic Diseases” (PRECeDI), coordinato dalla professoressa Stefania Boccia (al centro nella foto in alto), Ordinario di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università Cattolica, un’apposita pagina del proprio sito web, al fine di diffondere e far conoscere questa esperienza di “success story”.

Lo scorso 13 dicembre la Commissione Europea ha organizzato un lunch seminar dedicato al progetto come esempio di best practice. “Il progetto PRECeDI” - ha detto il responsabile della Research And Executive Agency (REA) A.3 Fredrik Olsson-Hector nel corso dell’evento - “è andato ben oltre i risultati attesi in quanto è riuscito a coinvolgere i policy makers nel discorso sulle implicazioni che la medicina personalizzata avrà sulla pratica clinica e di prevenzione, ed all’ impatto sulla sostenibilità dei servizi e sistemi sanitari”.

Dai rispettivi domini scientifici del progetto sono scaturite cinque Raccomandazioni che declinano la cornice operativa all’interno della quale tutte le nuove tecnologie basate sulle scienze ‘omiche possono essere introdotte nella prevenzione sanitaria.

“La medicina personalizzata – spiega la professoressa Boccia, illustrando i contenuti principali delle Raccomandazioni - è diventata realtà tramite l'utilizzo di biomarcatori e tecnologie sempre più sofisticate nella diagnosi e nel trattamento delle malattie, ma non nel settore della prevenzione delle malattie croniche dove invece l’impatto in termini di guadagno di salute e sostenibilità dei sistemi sanitari ha una potenzialità enorme. Le malattie croniche sono la principale causa di morbidità e mortalità in Europa, e dal 40% all’80% sono prevenibili in quanto sono attribuibili a 4 principali fattori di rischio ovvero fumo, alcol, alimentazione non appropriata e inattività fisica. Di recente la Commissione Europea ha organizzato un seminario dal titolo “Incorporating innovation in healthcare systems: digital innovation and the value of prevention”, a sottolineare la grande aspettativa sul potenziale innovativo che le scienze ‘omiche' assieme a quelle digitali possano avere nel settore della prevenzione sanitaria, nel renderla più efficace e costo-efficace”.

“Le raccomandazioni PRECeDI  - prosegue la professoressa Boccia - si inseriscono in questo discorso in quanto ruotano attorno a cinque aspetti fondamentali che devono essere affrontati per l’implementazione delle scienze ‘omiche nella prevenzione:l'identificazione dei biomarcatori e loro utilizzo basato sulle migliori prove di efficacia e costo-efficacia, gli aspetti etico legali e di policy nella medicina personalizzata, le analisi sociotecniche e l'identificazione di modelli organizzativi appropriati, nonché la formazione di tutti i professionisti sanitari, dei policy makers e dei cittadini”.