«In Italia il ritardo è ancora forte, è meglio cercare il gas off shore, i prezzi del gas non scenderanno a breve e la liberalizzazione della Snam, in sostanza, non è ancora stata fatta». Con questa amara ma efficace sintesi Alessandro Plateroti, vicedirettore del Sole24Ore ha riassunto le criticità emerse dalla tavola rotonda ospitata, il 25 giugno, nell'Aula Magna dell’Università Cattolica all'interno di un convegno promosso dall’Osservatorio sulla regolazione amministrativa fondato quattro anni fa dai professori Pippo Ranci e Enzo Pontarollo.

C’è ancora molto da fare dunque ma non è il caso di essere pessimisti perché, nonostante le difficoltà, molto è stato fatto e i presupposti per crescere ci sono. «Gli sforzi ci sono – ha precisato Plateroti – e a livello di Governo si sta tentando di dare un po’ di ordine a un settore che finora è stato un po’ abbandonato».

Dopo l’introduzione del direttore dell’Osservatorio Enzo Pontarollo ha preso la parola il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti che sulla vicenda relativa alla fusione Terna-Snam ha ricordato che «il governo ha studiato l'ipotesi di fusione Terna-Snam, ma abbiamo deciso di tenerle separate, entrambe finanziariamente forti, puntando su un'altra operazione con soggetti forti. L'operazione che è venuta fuori con la Cdp, azionista di riferimento di Snam, dà una maggiore solidità finanziaria. Mettere insieme le due società avrebbe indebolito sia Terna sia Snam».     

       

«Terna, proprietaria della rete di elettrodotti italiani e Snam, proprietaria della gran parte dei gasdotti italiani, - ha aggiunto De Vincenti - hanno mission di interesse pubblico che richiedono grandi investimenti per ammodernare la rete. Se poi in futuro ci saranno sinergie si potrà pensare a forme di integrazione fra i due business, ma le due società devono avere le spalle larghe».

Poi la tavola rotonda a cui hanno partecipato Andrea Valcalda (responsabile Innovazione e Ambiente - Enel) Graziano Tarantini (Presidente consiglio di gestione A2A), Roberto Potì (Direzione centrale internazionale rinnovabili e progetti speciali – Eni ) Massimo Orlandi (Ceo Sorgenia), Leonardo Bellodi (Presidente Syndial – Eni). Durante il dibattito sono stati toccati numerosi punti importanti per ciò che concerne il futuro energetico del Paese come la questione delle rinnovabili, lo sfruttamento delle risorse e i nuovi sviluppi economici-finanziari che si sono venuti a creare nella galassia delle società del nostro Paese con particolare attenzione, riprendendo l’intervento del sottosegretario De Vincenti, allo scorporo Eni-Snam e alla fusione ipotizzata con Terna. Senza dimenticare le difficoltà burocratiche che, secondo i relatori, troppo spesso trapano le ali sul nascere a grandi investimenti e che fanno desistere molti partner stranieri che vorrebbero investire in Italia.

     

In chiusura l’intervento del presidente Guido Bortoni, presidente Aeeg: «La strategia energetica non deve essere una dichiarazione di obiettivi, un’omelia, ma un piano d’azione in cui vengono specificati strumenti e risultati previsti. Numeri. Lo dico con rammarico – ha aggiunto – ma noi italiani abbiamo il vizio di disattendere quasi sempre i documenti strategici. Altrove, e penso alla Germania e alla Francia, i piani non sono migliori dei nostri ma, che piacciano o meno, vengono rispettati».

La chiusura della tavola rotonda, affidata a Plateroti, tuttavia è emblematica ed è un pungolo e un monito per tutti gli attori protagonisti di questo settore: «Energia non significa soltanto illuminare ma cercare di dare un futuro a una società che cerca di trasformarsi ma che senza questi passaggi difficilmente ci potrà riuscire».