La presentazione di un libro può diventare occasione di dibattito tra grandi personalità del mondo dell’economia e della politica. È successo lunedì 7 maggio all’Università Cattolica. In aula Pio XI, il professor Alberto Quadrio Curzio ha tratto spunto dal proprio saggio intervista “Economia oltre la crisi” (Editrice La Scuola) per avviare una discussione insieme al curatore del volume, Stefano Natoli, e a due ospiti d’eccezione, l’ex premier Romano Prodi e il neopresidente di Confindustria Giorgio Squinzi.

Sullo sfondo, solo qualche ora prima, le elezioni in Francia e in Grecia. Inevitabile quindi il riferimento, date le importanti conseguenze che i risultati delle urne di questi due Paesi possono avere in Italia e in Europa. Il primo ad affrontare la questione è Prodi: «Sono rattristato, ma non sorpreso, dal voto greco. In un primo momento, gli interventi di austerity erano indispensabili, ma poi bisognava dare una prospettiva al Paese, altrimenti la gente si ribella». Il riferimento è alla linea del rigore imposta dall’asse Merkel-Sarkozy, quella linea messa in discussione dal prossimo presidente transalpino, François Hollande. «Con il cambiamento francese, mi auspico una cooperazione più ampia in Europa» si augura l’ex premier. «Bisogna dare ai mercati un messaggio: c’è un cane grosso che difende l’euro».

Sulla stessa linea l’intervento di Giorgio Squinzi: «Sono d’accordo con la presidente della Confindustria francese: bisogna andare verso gli Stati Uniti d’Europa. Dobbiamo trovare politiche comuni in tema di welfare, fisco, infrastrutture ed energia. In caso contrario, sarà difficile tenere in vita l’euro». L’imprenditore si è concentrato poi sulla difficile situazione italiana: «Bisognerebbe ridurre i costi della pubblica amministrazione e procedere con il recupero dell’evasione e dell’elusione. E alla base di tutto ci deve essere la semplificazione normativa e burocratica, che considero la madre dello sviluppo». Messe queste premesse, si potrà passare alle misure per la crescita: «È necessario investire sulle infrastrutture e promuovere una ripartenza del settore edilizio».

 

 

 

Alberto Quadrio Curzio si è trovato sostanzialmente d’accordo con questa analisi: «Semplificazione e investimenti sono fondamentali. Il rilancio dell’edilizia dovrebbe concentrarsi sulla ristrutturazione degli edifici già esistenti». Anche il professore ha voluto ampliare il proprio discorso a una dimensione continentale: «Negli anni passati, ho sempre difeso l’importanza dell’Europa e della manifattura e, per questo, sono spesso stato considerato appartenente a un’era archeologica. Serve un europeismo degli ideali». Ma anche delle pratiche, verrebbe da dire. Quadrio Curzio ha sostenuto la necessità della Tobin tax e degli Eurobond, su cui con Romano Prodi, la scorsa estate, aveva lanciato un progetto pubblicato sul Sole 24 Ore.

Il tema dell’Europa è rimasto al centro del secondo intervento dell’ex presidente della Commissione europea: «La moneta unica non è in crisi, ha ancora un buon valore». E se c’è chi parla di un possibile ritorno dei tedeschi a una valuta nazionale, l’ex premier ha ribattuto: «La Germania difenderà l’euro, perché è la sua forza: se lo abbandona, dove pensa di esportare le Bmw?». Secondo Prodi, il vero problema dell’Europa in questo momento è un altro: «L’autonomia dell’autorità statale è in crisi: stiamo cambiando la natura della democrazia. Siamo di fronte a un paradosso. Per conservare la sovranità dello Stato, dobbiamo cederne un po’ alle istituzioni comunitarie: solo un’Europa forte può difendere l’autonomia dei vari Paesi, minacciata dallo strapotere della finanza».