I vincitori della finale italiana di GSCV. Da sinistra: Riccardo Dondi, Daniele Regolo e Joseph NkanduSviluppare modelli di business sostenibili, in grado di interpretare i bisogni reali di una società sempre più responsabile, sta ormai diventando un must nel mondo dell’economia. Se un effetto positivo la crisi l’ha prodotto forse è stato proprio quello di spingere a un ripensamento in termini etici delle tradizionali formule d’investimento, fino a qualche anno fa troppo concentrate sulla mera massimizzazione del profitto. Un cambio di mentalità in un certo modo premiato dalla stessa Unione Europea che ha messo a disposizione per il 2012 un budget di 960 milioni di euro, di cui il 40% destinato a innovazione e imprenditoria sociale.

In quest’ottica di forte attenzione ai temi dello sviluppo sostenibile, s’inserisce il premio internazionale Global Social Venture Competition (Gsvc), giunto alla sua quarta edizione, e ideato dalla Università di Berkeley per favorire e sviluppare idee imprenditoriali a forte rilevanza sociale e impatto ambientale. In Italia capofila del concorso è l’Alta Scuola Impresa e Società (Altis) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, partner dell’iniziativa dal 2008, che anche quest’anno si è avvalsa della collaborazione del Gruppo Intesa Sanpaolo - attraverso la 15esima edizione italiana dell’Intesa Sanpaolo Start-Up Initiative -, dell’Associazione San Michele Valore Impresa e dell’Associazione ProSpera. Obiettivo dell’iniziativa è creare una sinergia tra mondo accademico, imprenditoriale e finanziario per favorire, tramite l’apporto di capitale, la trasformazione in start up delle idee di giovani laureati.

La terza e ultima tappa del premio, che ha preso il via lo scorso ottobre 2011, si è svolta il 27 gennaio nel corso di un meeting internazionale che ha decretato i tre vincitori del round italiano. Alla finale della Global Social Venture Competition hanno partecipato complessivamente nove team, selezionati fra gli oltre 40 partecipanti, i cui business plan sono stati esaminati e valutati da un pool di circa 100 investitori e stakeholder provenienti sia dall’Italia sia da altri Paesi.

A salire sul podio è stata l’Agenzia Lavoro Disabili, una società internet-based, ideata da un team di Civitanova Marche guidato da Daniele Regolo. Il progetto nasce dall’analisi della drammatica situazione italiana, dove un disabile difficilmente trova una realizzazione professionale, sia per l’elusione degli obblighi normativi da parte delle aziende, sia per la scarsa conoscenza delle capacità lavorative. Una piattaforma, quella dell’Agenzia Lavoro Disabili, il cui atout, ha detto lo stesso Regolo, sta nel valorizzare «prima le persone, poi le competenze». Essa è, infatti, la sfida economica e sociale di un disabile uditivo convinto che sia possibile fare impresa includendo nell'utile d'esercizio anche un utile collettivo.

Sul secondo gradino si è piazzato un team di Pavia con il progetto MapAbility, ovvero un portale dedicato all'accessibilità urbana. Si tratta di una piattaforma che, classificando le vie cittadine, fornisce informazioni sull’accessibilità al livello stradale, offrendo a persone con disabilità la possibilità di conoscere percorsi consigliati. Gli utenti, grazie a una mappa satellitare, possono vedere in tempo reale il percorso più accessibile all'interno del centro città e, di conseguenza, pianificare il loro percorso. La mappa mostra anche parcheggi dedicati e altri servizi. «La vera forza di MapAbility - ha spiegato alla platea di investitori il marketing manager del progetto Riccardo Dondi – sta nel volontariato: una community di collaboratori, contribuisce tramite l’invio di foto e recensioni all’arricchimento della mappa. Attualmente il portale è disponibile nelle maggiori città italiane. Ma, visto l’interesse che sta suscitando, non escludiamo che presto l’iniziativa possa avere un’espansione internazionale».

Ad aggiudicarsi il terzo posto è stata, invece, l’ugandese Nucafe. Come evoca il nome stesso, si tratta di un’organizzazione che si propone di responsabilizzare i coltivatori di caffè dell’Uganda e dell’Africa Orientale, lasciando la proprietà agli stessi, fornendo servizi a valore aggiunto e garantendo la tracciabilità e la qualità per i clienti finali. Finalità del progetto è la ridistribuzione del valore aggiunto generato sull’intera filiera, attraverso reinvestimenti, partnership e social venture capital. Non a caso il ceo Joseph Nkandu ha un chiaro piano d’espansione basato sulle rosee aspettative di crescita del consumo di caffè in Africa. «Il modello di business, pur se tradizionale, è innovativo dal punto di vista sociale - ha precisato Nkandu -. Infatti, consorziare sotto il marchio Nucafe 10.000 agricoltori ugandesi, significa non solo responsabilizzarli grazie all’introduzione di standard di qualità, ma anche garantire loro un accesso all’intero processo di lavorazione del caffè. Grazie a questa formula di commercio equo e solidale, i coltivatori delle piantagioni nello stato dell’Africa Orientale hanno aumentato del 50% i propri profitti per chilogrammo prodotto».

Le prime tre Social Venture classificate si sono aggiudicate la tuition totale e parziale al master Pmi di Altis. Tutti i progetti finalisti riceveranno una membership annuale gratuita a U-Start piattaforma multimediale che mette in contatto giovani di talento con potenziali investitori) e avranno inoltre la possibilità di prendere parte alla Gsvc europea, che si svolgerà a Londra a marzo e, se selezionati, ottenere l’accesso alla finale di aprile a Berkeley. «Il successo della quarta edizione dell’Italian round della Global Social Venture Competition ci testimonia il crescente spazio per progetti imprenditoriali a forte valenza sociale – ha dichiarato il professor Mario Molteni, direttore Altis nonché docente di Economia aziendale e Corporate Strategy all’Università Cattolica –. Le due idee premiate sono esemplari. Indicano bisogni insoddisfatti che diventano sorgente di occupazione e di profitto: una piattaforma informatica per favorire il collocamento di lavoratori diversamente abili e un tool in grado di aiutare i disabili nell’individuare percorsi senza barriere architettoniche. Per quanto ci riguarda, adesso per Altis la sfida è supportare operativamente i nuovi imprenditori nella ricerca di investitori e nella fase di start-up».


IL CONCORSO

Global Social Venture Competition (Gsvc)
è nata nel 1999 per volontà della HAAS School of Business di Berkeley. Obiettivo dell’iniziativa - realizzata in partnership con la London Business School, la Columbia Business School, l’Indiana School of Business, l’ESSEC Business School e la Thammasat University - è favorire lo sviluppo di nuove idee di impresa e start-up a rilevante impatto sociale e ambientale. Dalla sua prima edizione a oggi, GSVC si è affermata come l’unica competizione a livello globale volta a focalizzare l’attenzione nel campo dell’imprenditorialità sociale. La giornata è stata aperta da una tavola rotonda, moderata dal giornalista Emil Abirascid, dal titolo “Social Ventures: un passo concreto verso l’imprenditorialità sostenibile”, cui hanno preso parte Marco Ratti, di Banca Prossima, Frank Cinque, di Altis Università Cattolica, Sergio Barbonetti, di Associazione San Michele Valore Impresa, Adriano Azzaretti, di Associazione Prospera, e Cristina Piai, di Intesa Sanpaolo Eurdesk.