Storie di vite che si intrecciano. Vite di donne che hanno in comune l’aver attraversato quel nero di storia che macchia ancora le coscienze. Le hanno conosciute così, i 500 studenti delle scuole superiori che hanno riempito il 21 gennaio scorso i due centri congressi della Cattolica a Piacenza, attraverso le loro stesse parole, recitate dalla giovane attrice Valentina Ghelfi e narrate dall’ebraista Matteo Corradini.

In un silenzio irreale gli adolescenti di oggi hanno “incontrato” adolescenti, musiciste, contadine, mamme che hanno vissuto la Shoah, unite dal destino e non dalle storie personali. Tra le tante, ce ne sono due molto celebri: Anne Frank e Etty Hillesum. Ma non è la celebrità che conta, è il pensiero ricorrente di cosa abbia significato essere donna sotto le leggi razziali, essere donna nella deportazione e nel lager.

Con la Shoah delle donne è andato in scena il tentativo di dar concretezza, nello sguardo di chi è giovane  oggi, a chi ha vissuto l’Olocausto, per far ragionare, con poca teoria e molta pratica, sul tema della discriminazione, come ben spiegano i protagonisti di questo reading nei due contributi video.