Il 7 giugno è stato il World Food Safety Day, la Giornata mondiale della sicurezza alimentare. In tutto il mondo, ogni anno, quasi una persona su dieci (circa 600 milioni di persone) si ammala e 420.000 persone muoiono dopo aver mangiato cibo contaminato da batteri, virus, parassiti o sostanze chimiche. Il cibo non sicuro rappresenta inoltre un importante ostacolo per lo sviluppo di molte economie a basso e medio reddito. Obiettivo della giornata è promuovere la corretta informazione dei cittadini e la loro consapevolezza in merito agli aspetti di sicurezza e di affidabilità del sistema ufficiale dei controlli degli alimenti, con particolare attenzione alle conseguenze degli alimenti non sicuri sulla salute a livello globale.

Di questa giornata, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per discutere di questa grossa sfida che il pianeta si trova ad affrontare, ci parla il professor Pier Sandro Cocconcelli, microbiologo della facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università Cattolica ed esperto scientifico per la valutazione del rischio alimentare di Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza degli alimenti, che in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore e la Scuola di Studi Avanzati su Alimenti e Nutrizione dell'Università di Parma, organizza il 9 e 10 giugno prossimi una Summer School per ricercatori sul tema del One Health.

Professor Cocconcelli, in cosa consiste il cosiddetto One Health su cui si basa il corso Efsa? «One Health è un approccio alla progettazione e attuazione di programmi, politiche, legislazione e ricerca, a livello locale, regionale, nazionale e globale, in cui più discipline si relazionano e lavorano insieme per ottenere migliori risultati sulla salute pubblica».

Un metodo che sembra funzionare molto bene quando si parla di sicurezza alimentare… «In effetti è così. Si tratta di un concetto che riconosce i legami esistenti tra salute animale, umana e ambientale. Le malattie zoonotiche, le malattie di origine alimentare e la resistenza antimicrobica sono buoni esempi di queste relazioni ed è in questi campi che un approccio One Health è particolarmente rilevante. I cambiamenti che hanno portato alla nascita e al riemergere di alcune malattie (cambiamenti climatici, crescita della popolazione umana, espansione dei viaggi e degli scambi internazionali, ecc.) hanno sicuramente aumentato la rilevanza di questo approccio multidisciplinare».

Un tema, quello dell’approccio multidisciplinare ai problemi complessi, estremamente attuale. «Certo, questo aspetto è anche il tema centrale del World Food Safety Day, articolato su più aspetti che riguardano il ruolo delle istituzioni nazionali e sovranazionali, della produzione agraria, della trasformazione degli alimenti ma anche il ruolo centrale dei consumatori. È necessario, quindi, che tutti gli attori del “food system” abbiano un ruolo attivo e sappiano dialogare. In questo contesto, l’istruzione universitaria e formazione continua hanno una funzione fondamentale nel creare le competenze scientifiche necessarie per gestire la complessità della Food safety e delle interazioni nelle diverse fasi dei sistemi alimentari. L’Università Cattolica è fortemente attiva su questo fronte, con i sui corsi di laurea nel settore alimentare, il dottorato Agrisystem e, in collaborazione con altre università e con Efsa, nella formazione continua di esperti di food safety