di Stefano Villa *

La situazione attuale di emergenza e i possibili scenari futuri si possono leggere secondo tre parole chiave: integrazione, rete e misurazione multi-dimensionale. 

Se partiamo con l’analisi dal settore sanitario sicuramente la storia della diffusione del virus ci insegna – al di là del tema sicuramente vero del sotto-finanziamento del nostro sistema sanitario - che è importante perseguire la massima integrazione tra le diverse componenti che caratterizzano il complessivo percorso di diagnosi, cura e assistenza del paziente. Oggi si parla molto di posti letto in terapia intensiva anche come variabile che influenzerà l’intensità e velocità del processo di ritorno alla normalità. 

La terapia intensiva non è una cattedrale nel deserto ma è uno spazio di cura e assistenza all’interno di un ospedale dove esistono diverse altre aree di degenza come, ad esempio, degenza ordinaria, sub-intensiva, riabilitazione, lungodegenza. Inoltre – cosa forse ancora più importante – l’ospedale si trova all’interno di un sistema di assistenza territoriale che dovrebbe garantire una medicina preventiva e di prossimità. 

Per realizzare un’assistenza sanitaria tempestiva ed efficace è importante governare e gestire queste interdipendenze. Mai come in questa situazione si è infatti capito come siamo tutti (persone, famiglie e istituzioni) fortemente interdipendenti. 

Per governare queste interdipendenze è necessario fare rete, che è la nostra seconda parola chiave. È importante realizzare sinergie e partnership tra diversi soggetti: persone, famiglie, imprese for profit e non profit, amministrazioni pubbliche locali, nazionali e globali. Purtroppo, in taluni casi, il dibattito si “perde” in polemiche sterili sui rapporti tra governo e Regioni o tra pubblico e privato in un’ottica spesso di contrapposizione che, oggettivamente, non aiuta nessuno. 

Per la gestione di problemi così complessi – così com’è il virus o, allo stesso modo, l’ambiente – è davvero necessario fare rete e sviluppare progettualità comuni. È pero necessario saper governare, gestire e misurare il funzionamento di queste reti. 

Ed ecco il terzo insegnamento che possiamo apprendere da questa situazione: misurazione multi-dimensionale. Nonostante il sentire comune, dati e ranking internazionali ci dicono che il nostro sistema sanitario è mediamente molto efficiente, cioè il rapporto tra risorse utilizzate e risultati sia di output (volumi di produzione) che di outcome (risultati di salute) è molto soddisfacente. 

È però importante nel disegno e ri-progettazione dei nostri servizi sanitari tenere in considerazioni altre dimensioni quali flessibilità; capacità di risposta, capacità di gestire le emergenze e, non da ultimo, equità di accesso.  

Forse è utile tornare brevemente sul tema posti letto in terapia intensiva: la capacità produttiva (espressa in termini di numero di posti letto) veniva spesso decisa sulla base solo di considerazioni di efficienza e produttività nel breve periodo senza considerare altri parametri come la flessibilità o la capacità di risposta in situazioni di emergenza; in tempi normali questo significava ritardare l’accesso o dirottare pazienti in altri ospedali o in altri reparti a minore intensità; in tempi di coronavirus questa ha significato, in alcune aree e in alcuni momenti, un vero e proprio disastro umanitario. 

In conclusione giusto due parale sul prossimo futuro e anche un messaggio per i nostri studenti.  Questo articolo è infatti “ospitato” all’interno del sito della Facoltà di Economia sede di Roma dove, ormai da qualche anno, abbiamo un corso di laurea focalizzato sul tema dei servizi (Economia e Gestione dei Servizi) con tre distinti profili: Sanità; Servizi professionali (in convenzione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma); Imprese. 

L’ambizioso obiettivo è quello di sviluppare competenze e conoscenze che, a nostro avviso, saranno estremamente utili nella gestione del futuro prossimo quando saremo tutti chiamati a progettare un nuovo modo di condurre le nostre vite e, quindi, sarà necessario sviluppare soluzioni imprenditoriali, innovative e creative che mettano al centro le persone e il loro benessere. 

* docente di Economia aziendale e coordinatore del corso di laurea triennale in Economia e Gestione dei servizi, facoltà di Economia, sede di Roma.