Lo stretto legame tra Università e mondo del lavoro è uno dei punti cardine della laurea magistrale in Comunicazione per l’impresa, i media e le organizzazioni complesse (CIMO), che attraverso brief reali lanciati agli studenti consolida l’importanza e la centralità del ruolo dei field work professionalizzanti all’interno del percorso universitario.

Un arricchimento per tutti gli stakeholder coinvolti che si traduce in effettive opportunità di placement per i ragazzi, partendo dai progetti da loro realizzati, e un processo di #EmployAbility frutto del consolidato connubio tra formazione e imprese.

In questo quadro si colloca la challenge lanciata da Cera di Cupra, marchio storico dell’azienda “Farmaceutici dott. Ciccarelli”, all’interno del corso di “Communication management and branding” (all’interno di CIMO), con l’obiettivo di allargare il proprio target verso la Generation-Z.

«Abbiamo avuto l’opportunità di essere coinvolti in un progetto molto stimolante e assolutamente non facile: non si trattava infatti di riposizionare totalmente un brand, attività che sarebbe stata paradossalmente più facile, bensì di riuscire a coinvolgere un target molto giovane senza “tradire” il target storico» - ha dichiarato Alessandro Martello, docente di Communication management and branding e referente per il corso. 

Un progetto reale, quindi, che si propone di indagare obiettivi strategicamente di impatto sull’azienda, e che si sviluppa in una relazione gomito a gomito tra i referenti aziendali - clienti - e gli studenti in team come se fossero all’interno di un’agenzia. Un assaggio di ciò che i partecipanti si troveranno a vivere tra poco tempo, al termine del loro percorso universitario. 

«Farmaceutici dott. Ciccarelli è una realtà fortemente legata al territorio, dove da tempo portiamo avanti un dialogo costante con enti e istituzioni e un particolare occhio di riguardo verso la valorizzazione dei giovani talenti attraverso esperienze sul campo - ha sottolineato Laura Pala, Brand Manager Farmaceutici dott. Ciccarelli -. Per questo abbiamo aderito con piacere al progetto. La challenge è stata un’occasione per coinvolgere gli studenti in un’esperienza di marketing concreta su Cera di Cupra, uno dei nostri marchi più importanti. È stato molto interessante mettere alla prova le loro capacità strategiche e di comunicazione e la voglia di fare squadra: abbiamo ricevuto in cambio tanta creatività, energia ed entusiasmo». 

Gli studenti hanno lavorato con uno spirito da veri equilibristi del branding: individuare touchpoint, linguaggi e angolazioni di dialogo nuovi che risultassero attrattive per il nuovo consumatore ma non distoniche per il consumatore storico. «La challenge è diventata ancora più grande nel momento in cui abbiamo scoperto che alcune strade che si pensava di percorrere erano delle “no-go-zone” aziendali. Questa sfida nella sfida ha reso il tutto ancora più complesso… ma anche entusiasmante», ha sottolineato Alessandro Martello.

Il progetto si è sviluppato in pieno lockdown e se all’inizio poteva sembrare impossibile svolgere un assignment di questo spessore in modalità puramente digitale, gli studenti hanno fatto emergere una professionalità di tutto rispetto: orientamento al risultato, spirito di collaborazione, determinazione e creatività sono stati gli ingredienti che hanno portato ad un risultato di alto livello. 

Il team vincitore, composto da studenti provenienti da tutti i curricula del corso di studi (Simona Coluccelli, Margherita Lontaro Baracchini, Silvia Macellari, Giulia Marras, Martina Santino), si è cimentato in ricerche qualitative e quantitative per capire le abitudini di consumo del target. I partecipanti hanno poi lavorato su insight, concept e claim, da cui è nata una campagna di comunicazione divisa con iniziative online e offline.

E la soddisfazione da parte degli studenti è emersa chiaramente come testimonia la team leader del gruppo vincitore, Margherita Lontaro: «Questa CIMO challenge ci ha permesso di unire la nostra creatività ad un’attenta pianificazione e organizzazione del lavoro, per rispettare le tempistiche e gli obiettivi richiesti dall’azienda e dal corso di studi. Inoltre, ci ha insegnato l’importanza di essere flessibili e di avere sempre delle valide alternative a cui ricorrere nel caso in cui la prima proposta avanzata non si riveli in linea alle aspettative dell’azienda. Inoltre abbiamo potuto incrementare hard e soft skills direttamente sul campo, passando dalla teoria alla pratica, dai libri al mondo reale». 

Così il progetto si trasforma su slide in opportunità di placement in azienda a conferma dell’importanza della commistione di competenze e di saperi, tra ambiti differenti.