Ha spopolato sul web e ha per protagonisti scorci di una Brescia (a tratti) irreale – maestosa e commovente nel suo apparire momentaneamente deserta - ripresa dall’alto grazie all’aiuto dei droni, sulle note di una delle hit più famose del cantante bresciano Francesco Renga.
È il video realizzato da Alessandro Milini, al Dams del campus bresciano dell’Università Cattolica, con i suoi collaboratori della casa di produzione bresciana Albatros Film, molti dei quali laureati della Cattolica, per la campagna di raccolta fondi “SOStieniBrescia dona per la tua città, aiuta le famiglie” ideata dal Comune di Brescia.
L’iniziativa finalizzata a sostenere economicamente le fasce più fragili della popolazione, oltre al contributo del cantante bresciano – che ha messo gratuitamente a disposizione la sua hit sanremese come colonna sonora – ha i volti di altri cinque bresciani doc o d’adozione: l’attrice Ambra Angiolini (ideatrice della campagna insieme al Comune), il calciatore Andrea Pirlo, lo scrittore e conduttore radiofonico Fabio Volo, il comico Vicenzo Regis e l’estetista cinica Cristina Fogazzi.
Il centro storico, il ring, le piazze e i quartieri della città deserti. Com’è nata l’idea del video? «Io ed i miei collaboratori di Albatros Film eravamo già da qualche settimana al lavoro per effettuare delle riprese per un documentario di nostra ideazione che racconterà la Brescia di questo periodo e in cui confluiranno le immagini della città svuotata e le storie esemplari di persone che hanno convertito le loro attività sulla scorta delle contingenze del momento. Per farlo, come da prassi, abbiamo chiesto l’autorizzazione per le riprese alla Film Commission del Comune di Brescia che dunque era al corrente del progetto; pertanto, quando l’amministrazione comunale ha ideato la campagna di raccolta fondi a sostegno delle famiglie in difficoltà, alla vicensindaco Laura Castelletti è venuto spontaneo telefonarmi per illustrarmi il progetto e chiedermi alcune clip di Brescia. In seguito ho ricevuto la chiamata di Renga che metteva a disposizione la sua “Angelo” come inno. Da lì è partito tutto. Il risultato è il video che tutti conoscete, declinato in 6 finali diversi, ognuno col volto di uno dei testimonial della campagna che invita i propri fan e followers a donare».
E dal punto di vista tecnico? «Abbiamo selezionato alcune delle riprese dall’alto realizzate in quei giorni con i droni per il nostro docu-film, a cui ne abbiamo aggiunte altre appositamente girate. Solitamente, per questioni di luce, si tende girare all’alba o al tramonto, ma in questo caso la scelta precisa di effettuare le riprese nel mezzo della giornata con una luce diurna piena era funzionale ad evidenziare l’eccezionalità straniante di una città vuota. Il mio collaboratore Luca Zambiosi ha poi montato e sincronizzato il tutto sui 3 minuti e mezzo del brano di Renga. In archivio avevamo già diversi filmati che ritraggono Brescia da molti punti di vista e in varie occasioni: sarebbe stato più facile usare il materiale di repertorio, ma quello che stiamo vivendo è un momento epocale, meritava un lavoro ad hoc, o l’effetto finale non sarebbe stato lo stesso».
Lo confermano le immagini suggestive che sui social hanno riscosso grande eco mediatica nell’arco di pochissimo tempo… «Un così alto coinvolgimento, se vuoi anche emotivo, è frutto del mix tra immagini mai viste, shoccanti, e una canzone bellissima con un testo toccante che sembra scritto apposta. C’è poi anche il fattore novità: Brescia è stata la prima città a realizzare un video di questo tipo; ne sono stati fatti anche a Roma, Milano, Firenze…ma sono arrivati dopo. Lanciato sui social dai testimonial di SOStieni Brescia, su Facebook ha raggiunto mezzo milione di visualizzazioni in soli due giorni. Anche Enrico Mentana l’ha condiviso sul suo profilo Facebook ufficiale, ed è stato ripreso da tutte le emittenti nazionali».
Prima si accennava al documentario che Albatros Film ha in lavorazione. In questo momento storico, in cui tutto o quasi pare essersi cristallizzato anche in una provincia storicamente vocata alla produttività, qual è il ruolo dei videomaker? «Abbiamo temporaneamente sospeso il 90% del lavoro. Chi fa il nostro mestiere, oggi, ha l’obbligo morale di documentare ciò che sta accadendo. Occorre contribuire a quella che sarà la costruzione di una memoria storica della vicenda, tant’è che il documentario a cui stiamo lavorando in collaborazione col regista bresciano Nicola Lucini è un prodotto autofinanziato e non commissionato. Ci saranno le interviste ai protagonisti di alcune storie-chiave accadute a Brescia nel corso dell’emergenza: testimonianze commoventi, drammatiche, ma anche di creatività e resilienza.
Qualche esempio? «Il sarto che ha riconvertito la produzione in mascherine, gli ingegneri che hanno stampato in 3D le valvole per i respiratori salvando la vita delle persone, Filippo Venezia fotografo dell’agenzia Ansa che ha immortalato le fasi salienti dell’emergenza sin dal primo ricovero in autoambulanza, l’amministrazione comunale, o Giancarlo Turati come referente della campagna AiutiAMObrescia».
Che consiglio dà agli studenti del Dams, aspiranti professionisti del settore, che attualmente si trovano chiusi nelle loro case? «Vorrei dire loro che le buone idee vincono su tutto, e l’attuale situazione me lo ha nuovamente confermato. È meglio una buona idea realizzata con mezzi di fortuna, piuttosto che il nulla fatto con strumenti avanzati. In queste settimane di reclusione, un mio studente di qualche anno fa mi ha contattato per mostrarmi il risultato di una sua idea per documentare la situazione. Senza muoversi da casa sua, ha condensato in un unico mosaico oltre 240 testimonianze provenienti da tutta Italia, da lui raccolte chiedendo alle persone di mandare un breve video della propria quarantena fatto con lo smartphone. Per ovvie ragioni mancano l’omogeneità e la tecnica (alcune inquadrature sono verticali, altre orizzontali, alcune immagini sono fuori fuoco) eppure sono 14 minuti spettacolari, dal grande valore documentario, pur nella loro ruvidità».