Interdisciplinarità e integrazione dei saperi. È il binomio che ha dominato la terza giornata di Open Week dell’Università Cattolica con protagoniste Economia e Lettere e Filosofia. Sia nelle presentazioni delle facoltà, sia nel dibattito virtuale dove i professori Giuseppe Lupo e Sebastiano Nerozzi, dalla propria prospettiva letteraria ed economica, hanno dialogato provando a leggere questo «passaggio epocale» che sta mettendo a nudo la nostra «fragilità» e «identità». Di qui la necessità di «ripensare e disegnare il tempo che verrà», grazie ai giovani e alle università che rivestono un ruolo cruciale all’indomani della pandemia.
L’attenzione ai giovani, al fattore umano e alla valorizzazione delle persone sono stati aspetti più volte chiamati in causa dai presidi Domenico Bodega e Angelo Bianchi in un #FestivalUnicatt che giovedì 16 aprile ha registrato durante le dirette live numeri record con 72.701 persone raggiunte, 7.817 interazioni e 16.167 spettatori.
Interdisciplinarità dei contenuti, internazionalizzazione, innovazione della didattica, focalizzazione sulla ricerca, stretta relazione con il mondo del lavoro: sono le traiettorie lungo le quali si muove la strategia della facoltà di Economia che ha l’obiettivo di trasferire competenze e capacità di leggere contenuti complessi.
«La costruzione dei nostri corsi di laurea nasce dall’osservazione della competitività italiana, soprattutto in Europa», ha notato il professor Bodega illustrando il portafoglio dell’offerta formativa articolata in 11 corsi di cui 5 interfacoltà. «Ogni corso è diverso rispetto a tutti gli altri, ha una sua specificità e ha un impatto diretto su alcuni problemi ritenuti fondamentali per la costruzione di una competenza che risponda alle esigenze professionali e agli interessi degli studenti». Inoltre, ha continuato il preside, «la chiarezza per noi è essenziale: 12 sono gli esami, ogni esame ha una stessa metrica, 8 i crediti formativi. Lavoriamo su tre semestri, il quarto è per tesi, stage e scambi internazionali».
Scelte che danno risultati considerando alcuni numeri: minimizzazione della percentuale dei fuori corso, tassi di placement che oscillano tra l’87e il 95%, scambi internazionali a cui aderiscono il 45% degli studenti. «Oltre al fatto di partecipare alle classi e di fare esami poi ci sono il confronto con gli altri contesti disciplinari e soprattutto con la possibilità di capire alla fine che cosa una persona vuole, desidera ed è in grado di fare». Nell’ottica, ha detto il professor Bodega, di «aiutarvi a costruire una storia particolare che possa portarvi a essere persone responsabili, per voi stessi ma soprattutto per gli altri, e in grado di assumere domani posizioni di leadership».
Una valenza umana - intesa come integrità personale - messa in luce dagli studenti Pietro Pirola e Marco Scipolo e dalle laureate Milena Bardoni e Federica Sestili, rispettivamente di Banca Mediolanum e di Deloitte Uk, all’unanimità soddisfatti dell’«esperienza vissuta» nelle aule di largo Gemelli.
Interdisciplinarietà ma anche dinamismo e flessibilità di pensiero. Sono le caratteristiche di Lettere e filosofia che, con la pluralità dei corsi di studio, trova il suo momento essenziale nella necessità di diffondere quel patrimonio culturale di cui sin dalla nascita è custode. «La nostra facoltà custodisce un grande patrimonio: la storia dell’uomo, ciò che l’uomo ha fatto dal suo apparire sulla terra fino ai giorni nostri. Questo patrimonio è la nostra cultura, la nostra civiltà, ciò che noi siamo», ha osservato il preside Angelo Bianchi che ha così introdotto il live talk di presentazione dei corsi, affiancato nelle risposte in diretta del pubblico dai professori Giuseppe Langella e Maria Grazia Fanchi.
In particolare, ha aggiunto il preside, «Lettere e Filosofia ha il compito di preservare e aumentare questo patrimonio affinché diventi di tutti e sia declinato nelle nuove professioni». Ricordando che la facoltà - una delle prime fondate da padre Agostino Gemelli - occupa ottime posizioni nei principali ranking nazionali e internazionali, il preside Bianchi è poi passato a descrivere i corsi di laurea magistrale molto differenti tra loro ma accomunati dall’unico obiettivo di sviluppare un pensiero critico fondato sulla conoscenza dei saperi umanistici.
Il live talk è proseguito con l’intervento di Ruggero Eugeni, docente di Semiotica dei media e coordinatore per la facoltà degli stage e tirocini, che ha parlato dei differenti sbocchi professionali per i laureati in discipline umanistiche, rilevando come, oggi più che mai, le aziende ricerchino persone «dotate di una grande flessibilità di pensiero». Ne è la riprova Claudia Stanghellini, laureata in Filosofia nella sede milanese che, a un mese e mezzo della laurea, ha subito avuto l’occasione per uno stage a Banca Mediolanum, dove ora si occupa di comunicazione. Da parte sua, Ilaria Orlandi, laureata in Filologia moderna al campus di Brescia, ha fatto presente come le lauree magistrali permettano di sviluppare abilità differenti utili per approcciarsi a diversificati ambiti professionali.