Con la ripresa delle attività, l’arcidiocesi di Milano ha un nuovo responsabile dell’Ufficio Comunicazioni sociali. È il giornalista professionista Stefano Femminis, nominato il 1° settembre dall’arcivescovo monsignor Mario Delpini, nell’ambito di una ridefinizione degli incarichi. Prende il posto di don Walter Magni, che continua nel ruolo di portavoce dell’arcivescovo.

Stefano Femminis ha all’attivo una proficua collaborazione con la Fondazione Culturale San Fedele di Milano, anche nella veste di redattore della rivista Aggiornamenti Sociali, di direttore dal 2006 al 2014 del mensile internazionale Popoli, e attualmente di responsabile della comunicazione della Fondazione San Fedele e della Fondazione Carlo Maria Martini. Ha inoltre collaborato con l’Ufficio stampa delle Edizioni San Paolo ed è autore di alcune pubblicazioni.

Per la prima volta un laico viene chiamato a guidare l’Ufficio per le Comunicazioni sociali della diocesi ambrosiana, quale segno tangibile della fiducia dimostrata verso i laici coinvolti in ruoli di rilevante corresponsabilità ecclesiale.

Inoltre Stefano Femminis si è laureato in Scienze politiche in Università Cattolica, discutendo la tesi di laurea con la professoressa Laura Bovone.

In una dichiarazione raccolta per Cattolicanews ha evidenziato il legame con la Cattolica e l’importanza formativa ricevuta per il prosieguo della sua attività professionale: «La nomina a responsabile dell’Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi di Milano è per me un grande onore e inizio questa ‘avventura’ con molto entusiasmo. Naturalmente non mi sfugge la complessità del compito che mi aspetta, in un tempo in cui - per molteplici motivi - comunicare la Chiesa, il Vangelo, la fede non è impresa semplice. La trepidazione poi aumenta sapendo di essere il primo laico a ricoprire questo ruolo. Al di là della fiducia nella mia persona e nel mio percorso professionale - che spero di non deludere - leggo in questa scelta un ‘segno dei tempi’: il desiderio da parte della Chiesa ambrosiana di voler promuovere quella collaborazione tra carismi e vocazioni diverse, da mettere al servizio della società in tutti gli ambiti, da quello culturale a quello pastorale, fino appunto al mondo della comunicazione. In questo senso, mi sembra ci sia un bel ‘filo rosso’ che lega i miei studi all’Università Cattolica, che del protagonismo laicale è uno degli esempi più alti, a questa nuova esperienza».