L’emergenza pandemica ha dato la spinta per ridisegnare il sistema di relazioni e rapporti tra le persone all’interno delle aziende, rivedendo i modi di gestire il personale e sviluppando riflessioni sul nuovo mondo di intendere le competenze.

Il ciclo “Dialoghi sul nuovo futuro” - organizzato dal Comitato Università Mondo del lavoro nell’ambito della Career Week Cattolica e rivolto ai laureati che si preparano a uscire dalla zona di confort che li ha accompagnati nel percorso accademico - punta sulle competenze, coinvolgendo protagonisti affermati del mondo professionale che “abitano” il mercato del lavoro.

A inaugurare il ciclo lunedì 5 ottobre lo chef Davide Oldani. Una competenza, la sua, «rappresentata dall’innovazione, il tratto distintivo del suo ristorante», ha detto Andrea Ceriani, Senior Partner Leonardo Education Project, aprendo l’incontro.

Oldani ha precisato che «più che di innovazione, bisognerebbe parlare di evoluzione», ha esordito il cuoco stellato formatosi alla scuola di Gualtiero Marchesi. «Il segreto è avere amore per qualcosa, credere in quello che si fa, non entrare nel buco nero della routine. Nel mondo della cucina c’è evoluzione perché i prodotti sono sempre quelli, non è come nel mondo della moda dove si utilizzano materiali diversi. L’evoluzione nella cucina ha seguito l’andamento della società: se mangiamo meno e meglio, potremo vivere meglio e fare tutto in modo sereno, come diceva Virginia Woolf».

Vari gli elementi indicati da Oldani per essere “evolutivi” nel futuro del mondo del lavoro: la formazione continua e l’essere visionari, per cui si tratta di un investimento di natura culturale, prima che economica. Anche la ricerca e lo sviluppo sono fondamentali ma non consentono passaggi nell’immediato. «La voglia di crescere si esercita facendo scuola a chi sta intorno». Di qui la necessità dell’esempio che è la più alta forma di insegnamento, come affermava il suo maestro Marchesi.

Anche internet e i social giocano un ruolo rilevante. «Oggi giudichiamo l’operato di una persona o la sua faccia in un nanosecondo quando mettiamo un “like”, e ciò non è molto umano. Internet è importante ma non è bene spendere tante ore sui social».

Un riferimento al Covid non poteva mancare. Così Oldani descrive la “ricetta” adottata dal suo ristorante per ridurre i rischi di contagio: «Ho diminuito i tavoli del 35percento, ho assunto due persone in più, e questo mi ha messo nella condizione di capire che il mio mestiere deve evolversi, non cambiare».

Un aspetto importante, evidenziato da Oldani, riguarda le relazioni umane. «Nel mio mestiere la relazione umana è fondamentale: sia che mangiamo un panino in dieci minuti o un pranzo in due ore, è importante che ci dedichiamo del tempo, parlandoci e relazionandoci con il tempo dovuto si può crescere ulteriormente. Per questo è importante riscoprire il fattore umano».
Inoltre, ha dichiarato lo chef, «l’evoluzione si coniuga con le relazioni umane, occorre fare due passi avanti e uno indietro. Il passo indietro serve per renderci conto di quello che abbiamo fatto».

Insomma, una specie di elogio della lentezza che può essere un “buon ingrediente” per la crescita in campo professionale e aziendale.