di Mauro Magatti

Diventare presidente degli Stati Uniti d’America, a 77 anni, nel mezzo di una pandemia che continua a mietere migliaia di morti, con un’economia in difficoltà e un Paese in preda a forti scontri razziali richiede molto coraggio. Forse una certa dose di incoscienza. La storia dirà se Joe Biden riuscirà nell’impresa di guidare il suo Paese fuori dalla tempesta. Quel che è certo è che l’America ha deciso di affidarsi a un timoniere che, dal punto di vista umano, non poteva essere più diverso dal suo predecessore.

Uomo delle istituzioni, con una vita segnata da dolori devastanti, Biden trasmette un senso di calma. Un tratto che i critici considerano il suo vero punto debole, ritenendolo un atteggiamento poco virile nei confronti di una realtà scossa da fortissime tensioni. In realtà, le differenze di temperamento tra Biden e Trump nascondono questioni ben più profonde, che toccano direttamente l’intera vita sociale.

La prima riguarda il tema della laicità, cioè il rapporto tra politica e religione. Biden non ha mai nascosto di essere cattolico, anzi. In molte interviste, anche recenti, il neopresidente americano si è riferito alla fede come bussola di fondo della propria vita personale e dei propri orientamenti politici: «La mia fede mi insegna che noi dovremmo essere il Paese che non solo accetta la verità dei mutamenti climatici, ma che guida il mondo nel rispondere a essi» ('Religion news service').

E in un’altra intervista: «La mia fede mi implora di avere una gestione preferenziale per i poveri e come presidente farò di tutto per combattere la povertà e costruire un futuro che ci porti più vicino ai nostri ideali» ('The Christian Post'). Dichiarazioni che sembrano fare riferimento alle due ultime Encicliche di papa Francesco, Laudato si’ e Fratelli tutti. E tuttavia, questa ispirazione religiosa viene declinata da Biden secondo la tradizione della laicità americana, in cui la fede in Dio – espressamente citato nella Costituzione con l’espressione « in God we trust » – costituisce un riferimento comune da tradurre in un linguaggio politico adatto a tutti cittadini, indipendentemente dal proprio credo religioso.

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Docente di Sociologia presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell'Università Cattolica