«Educare alla sostenibilità significa far crescere nelle persone la consapevolezza che lo sviluppo è tale solo se coinvolge le comunità e le accompagna verso il raggiungimento di risultati condivisi». È questo lo spirito che ha guidato la facoltà di Economia e Giurisprudenza del campus di Piacenza a progettare un nuovo corso di laurea triennale che sappia non soltanto formare, ma anche ispirare giovani che avranno la responsabilità di realizzare tale sviluppo.

Uno spirito che ha pervaso gli interventi degli ospiti che si sono alternati durante il webinar “Imprese e sostenibilità: l’impatto del Covid 19”, che si è tenuto mercoledì 29 luglio sulla piattaforma Blackboard. Coordinato dalla giornalista Laura La Posta, capo redattore del Sole 24 Ore, è il primo appuntamento promosso su iniziativa dei professori Marco Allena e Davide Galli del nascente corso di laurea triennale in Management per la sostenibilità della facoltà di Economia e Giurisprudenza, campus di Piacenza. Un evento che ha coinvolto Eni Group, Robert F. Kennedy Human Rights Italia e Intesa San Paolo, aziende partner del nuovo progetto formativo, oltre ad aziende leader del made in Italy che hanno fatto della sostenibilità il fil rouge del loro business: Ferrero, Ferragamo, Iren e Dallara automobili.

Se il Covid-19 ha rappresentato un’importante stress test per tutti, ha fatto anche emergere un nuovo spirito di squadra e di collaborazione, innescando inedite dinamiche di comunicazione, nuove idee e nuove soluzioni. «La nostra è un’epoca connotata da trasformazioni radicali e da una complessità di sistema che determina incertezza, discontinuità dei trend economici e un estremo incremento dell’ineguaglianza sociale; non c’è più un modello d’impianto teorico unico per interpretare la complessità dei fenomeni e per trovare soluzioni, per identificare cause e via di uscita, per sviluppare previsioni», ha esordito la preside Anna Maria Fellegara, aprendo il dibattito.

«Si fa strada, finalmente, il convincimento che nessuna delle sfide più urgenti in ambito sociale, tecnologico, scientifico ed economico possa essere raccolta e vinta da una sola disciplina o interpretata unicamente da una sola prospettiva. Si tratta di unire le forze: la collaborazione è la parola chiave. L’università c’è e cerca di interpretare al meglio il proprio ruolo, anche nella progettazione della propria offerta formativa e nell’avvio dei progetti di ricerca che mettano la sostenibilità declinata nelle sue tre componenti persone, ambiente ed economia», ha aggiunto la preside.

Collaborazione e innovazione sono le linee guide del nuovo sviluppo secondo Donato Tramuto, vicepresidente della Robert F. Kennedy Human Rights Italia, secondo cui «la sostenibilità sociale è la base fondante di tutto e il Covid-19 ce lo ha ricordato; sullo sfondo c’è la sostenibilità economica. Dobbiamo capire che ognuno è e deve sentirsi rilevante nel contesto sociale: solo così la crescita sarà possibile». Anche il Ceo di Dallara Automobili Andrea Pontremoli ha ribadito quanto la collaborazione, sia all’interno che all’esterno dell’azienda, sia indispensabile per l’innovazione. «Il Coronavirus ha fatto emergere l’esigenza di un nuovo modello di leadership, fatto di trasparenza, coraggio, autorevolezza e credibilità. Il nuovo leader dovrà essere al servizio delle persone e del territorio».

Secondo Veronica Tonini, di Ferragamo, azienda del fashion in cui da sempre la passione responsabile è un input che arriva dal fondatore al tempo stesso un commitment forte che ne muove l’azione, «serviranno sempre più giovani preparati e sensibili al tema della sostenibilità, capaci di declinarla in tutti gli aspetti dell’azienda», e le fa eco Marco Marchetti di Ferrero, marchio che fa della sostenibilità il suo tratto distintivo.

Per un’azienda che produce energia le sfide da affrontare sono enormi. Eni, come ricordato da Testoni, «ha deciso di affrontarle aderendo agli obiettivi di sviluppo sostenibile lanciati dall’ONU. Una challenge che il gruppo ha deciso di far propria: per questo avremo bisogno di giovani specializzati in sostenibilità». Uno sviluppo che sappia equilibrare gli interessi di imprese, clienti e fornitori, nel rispetto dell’ambiente, ha osservato Selina Xerra di IREN. Una sensibilità, quella verso la sostenibilità, accresciuta nel post-Covid, ha precisato Anna Maria Roscio di Intesa San Paolo, che sta sviluppando un’azione orientata a sostenere le PMI nel loro processo di sviluppo sostenibile

«Il virus ha cambiato, in modo drastico, la vita nelle famiglie, negli ambienti di lavoro, nelle comunità, ma ben più rilevanti saranno i cambiamenti nel lungo periodo e di tali cambiamenti imprese, istituzioni e organizzazioni non profit dovranno tener conto nel progettare la propria strategia sostenibile per i prossimi anni», ha notato in chiusura il professor Galli. «Ad aiutarli, anche grazie al nuovo corso di laurea in Management per la Sostenibilità, troveranno nuovi professionisti, capaci di supportare il cambiamento e di ispirare nuove soluzioni. Questo tempo, in cui tutto sembra essere più difficile, richiede prospettive nuove: Management per la Sostenibilità è il nostro ulteriore investimento per aiutare comunità e imprese a gestire al meglio rischi e incertezze future».