di Roberto Brambilla *
Studiare Cinema a Courmayeur, i fenomeni migratori a Santa Maria di Leuca, l’importanza della musica nella cultura e nella scuola a Lucca, i mercati finanziari sul Lago di Como, le opere di Alessandro Manzoni a Stresa, Psicologia a Massa Carrara. Sono solo alcune delle occasioni offerte dalle Summer School 2018 dell’Università Cattolica. Con un filo rosso che le collega alla proposta formativa estiva dell’Ateneo degli ultimi anni.
La prima volta in cui ho partecipato a una Summer School outdoor è stato nell’agosto 2007 a Ravenna, quando fui chiamato insieme al mio direttore a collaborare alla prima edizione di quella che, nel tempo, sarebbe diventata un programma internazionale di successo: la Scuola estiva in Studi Danteschi. Perché Ravenna? Ravenna è la città dell’«ultimo rifugio» in cui il sommo Poeta terminò il suo viaggio, poetico e umano, e a cui è stata affidata la custodia del suo corpo e, in una maniera singolare, della sua memoria. Mi resi subito conto che la città rappresentava il contesto ideale per il progetto formativo della Scuola dantesca, anche in ragione delle sue eccezionali caratteristiche storiche, archeologiche, artistiche, ambientali e paesaggistiche che non furono indifferenti allo stesso Dante.
Pur nella mia veste di organizzatore, mi trovai - al fianco di studiosi provenienti da diversi Paesi - a seguire lezioni, conferenze e visite guidate attraverso i principali luoghi della memoria dantesca. Ma non solo studiosi e accademici. Anche semplici appassionati di letteratura o, più in generale, della cultura umanistica.
Qualche anno più tardi l’esperienza si è ripetuta. È stata attivata infatti ad Assisi la Summer School Arte e fede. Tra gli archi e le colonne del Sacro Convento, a ridosso delle Basiliche di San Francesco, un gruppo di giovani studenti universitari si aggirava col naso all’insù, osservando le indicazioni che i bravi docenti e la preparatissima guida offrivano loro, coinvolgendoli in una attenta lettura delle opere d’arte e del loro significato. Ad Assisi ho appreso, attraverso la pratica quotidiana, l’importanza del contesto nei processi di apprendimento: ovvero quanto un luogo, una tradizione, un panorama, una cultura locale influiscono sul modo di imparare dei partecipanti.
Nell’autunno del 2015 – l’autunno è il periodo in cui solitamente iniziamo a lavorare sui progetti delle future Scuole estive – abbiamo ricevuto la proposta di un’esperienza completamente nuova: una Summer School on-line sull’evoluzione degli scenari internazionali. Nell’epoca della realtà virtuale, dei social networks, delle transazioni digitali, un progetto di puro distance learning – proposto come corso estivo – non ci è sembrato fuori luogo, anzi poteva diventare, come di fatto è accaduto, un primo prototipo di digital teaching da lanciare sulle principali piattaforme di e-learning. L’ho testato anch’io, incontrando esperti internazionali di geopolitica e studi strategici, politologi delle più grandi scuole e università, tutor dedicati per seguirmi nei diversi processi del percorso formativo. Ho appreso i principali strumenti di analisi che oggi mi consentono un’osservazione più realistica e attenta del contesto globale, dei suoi attori e delle sue dinamiche. Il tutto dal terrazzo di casa mia. Una vera scuola estiva.
Lo scorso anno, infine, sono stato coinvolto in un nuovo progetto, questa volta dedicato agli insegnanti e al mondo della scuola: una Summer School sul Novecento, come epoca di cambiamenti e di nuove costruzioni sociali. La cornice, questa volta, era il centro storico di una città di antichissime tradizioni: Brescia. Tra rovine di epoca romana, stretti vicoli medievali, chiese e monumenti di alto valore artistico, abbiamo vissuto tre giorni di intenso confronto su tematiche che hanno segnato – anche drammaticamente – lo sviluppo di un secolo di tensioni e di costruzioni: dalla filosofia alla fisica, dalla storia alla tecnologia, dalla politica all’economia. Quali esiti sono stati generati da queste dinamiche? Da dove ha avuto origine ciò che ancora oggi influisce sul nostro pensiero? Raramente mi capita di programmare il mio tempo libero in modo tale di poter beneficiare, contemporaneamente, di un contesto culturale, turistico, artistico, religioso e, persino, enogastronomico. Un Summer School è un modo per gustare di tutto questo.
* direttore Formazione Postlaurea e Research Partnership – Università Cattolica