di Chiara Giaccardi *
[...] Cosa vuol dire difendere la famiglia che oggi è sotto attacco? E davvero ogni modalità di difesa della famiglia serve la causa che si prefigge? Forse che la famiglia, in quanto realtà antropologica positiva piuttosto che modello ideologico, non è in grado di difendersi da sola, con la forza della vita, e ha quindi bisogno di militanti con parole e magari anche armi appuntite?
Da un lato, l’attacco sollecita una comprensibile reazione, che rischia però di restare intrappolata in una modalità difensiva e quasi risentita, circoscritta dalla cornice fissata da chi pone la famiglia sotto attacco.
Dall’altro la paura di perdere l’identità, di veder cancellato un valore che si ritiene prezioso può far abbandonare, come inutile perdita di tempo, quella che è invece una necessità (ovvero cercare sempre e continuamente la via della rigenerazione) scegliendo piuttosto di aggrapparsi alle forme consuete. Che invece, magari, sono esse stesse, almeno in parte, responsabili della crisi in atto.
In una società sempre più complessa, stratificata e plurale, anche la famiglia rischia di diventare oggetto di battaglie ideologiche, che sono in realtà battaglie di potere, lotte per l’egemonia culturale e la supremazia economica (molto più funzionale al mercato una famiglia separata che una famiglia unita!).
La tentazione da evitare è quella di proporre una contro-ideologia, che oppone alla “liquidità” contemporanea delle forme fluide ed equivalenti il rigore chiaro e distinto della forma che la famiglia ha assunto oggi, in occidente, presentandolo come l’essenza della famiglia stessa: come il valore da difendere, con ogni mezzo.
Quello che papa Francesco ha dichiarato a proposito della fede, vale in realtà anche per la famiglia: «Chi oggi cerca sempre soluzioni disciplinari, chi tende in maniera esagerata alla “sicurezza” dottrinale, chi cerca ostinatamente di recuperare il passato perduto, ha una visione statica e involutiva. E in questo modo la fede diventa una ideologia tra le tante» (intervista di Antonio Spadaro a papa Francesco, «Civiltà Cattolica», 19 settembre 2013, p. 470).
Il coraggio di nuove forme di fondazione e costruzione, senza romanticismi e nostalgia di un passato idilliaco che, con ogni probabilità, never was è invece oggi ciò che ci viene richiesto. Aggrapparsi con intransigenza alla sua ultima forma storica non è, credo, il modo più giusto, tantomeno quello più efficace, di difendere la famiglia. Anzi, è probabilmente un rasentare l’idolatria, che spegne il desiderio di riscoprire, proprio grazie all’impulso delle sfide della contemporaneità, il vero nucleo pulsante e generativo della famiglia al di là delle sue mutevoli forme storiche: il legame tra le generazioni nel tempo e tra i generi nello spazio. [...]
Quale cammino intraprendere dunque insieme? Intanto, tenere vivo il nucleo pulsante della famiglia: la comunione delle differenze, l’alleanza tra i generi e le generazioni; quindi, avere il coraggio e l’immaginazione per ripensarne le forme (nel senso della solidarietà, dell’accoglienza, del legame tra generazioni, della gratitudine, della cura, dell’alleanza tra famiglie), perché la famiglia vive se respira e se si apre oltre se stessa. Insomma, rigenerare ciò che sempre rischiamo di tradire e voler addomesticare, più che difendere l’esistente o un ideale astratto. Perché, citando Dietrich Bonhoeffer, «solo nel dissolversi delle ombre mattutine del sogno, irrompe il giorno chiaro della comunione cristiana». E questo vale anche per la famiglia.
* Il testo pubblicato rappresenta uno stralcio redazionale dell'articolo che apparirà sul numero 4/2015 del bimestrale di cultura dell'Università Cattolica "Vita e Pensiero". Il testo integrale si potrà scaricare dalla pagina della rivista sul sito dell'omonima editrice in occasione dell'uscita nelle principali librerie italiane, l'8 ottobre 2015.
Chiara Giaccardi è docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove insegna Sociologia e Antropologia dei media e dirige la rivista «Comunicazioni Sociali». Collabora con il quotidiano «Avvenire». Fra le più recenti pubblicazioni: Abitanti della rete (Vita e Pensiero 2010), La comunicazione interculturale nell’era digitale (2012), I media e la scuola: tra conflitto e convergenza (2012), Abitare il presente (2014) e Generativi di tutto il mondo unitevi (2014, con Mauro Magatti).
La professoressa Giaccardi è anche membro del comitato preparatorio del quinto Convegno ecclesiale nazionale Firenze 2015
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